Rimini 2.0: Il drago Terenzi e i mandarini del Titano / Ombre cinesi a San Marino. Gian Franco Terenzi è l’uomo dalle ramificate entrature in Cina. Proprio per questo inseguito da molti, fuori dai confini del Titano. Dove il presidente dell’Associazione che ha intessuto amicizie profonde con i potenti della Repubblica Popolare è tenuto a debita distanza. Adesso parla lui, a partire dalla occasione sprecata della visita del ministro degli Esteri Wang Yi. E apre molti fronti di lavoro: aeroporto Fellini, Riviera e flussi turistici dall’Oriente. Oltre a tanto altro. Intervista.
SAN MARINO. Abbiamo incontrato Gian Franco Terenzi, facendoci la convinzione che se il governo sammarinese affidasse a lui i rapporti con la Cina ne avrebbe solo da guadagnarci. E anche i territori confinanti potrebbero beneficiarne: Rimini, la Riviera romagnola e l’Emilia Romagna, che ad abbordare il Dragone ci stanno provando con molta spocchia ma annaspando, da bravi principianti. Perché fare breccia nel mercato turistico cinese non è come partecipare alla borsa del turismo di Berlino. (…)
Allora Terenzi, perché lei è così gettonato quando si parla di entrature in Cina?
Forse perché da 25 anni sono in contatto con la Cina e posso dire che, ormai da tempo, questi contatti sono giornalieri. Mi sono recato quasi quaranta volte in Cina, conosco la loro mentalità, so che apprezzano un certo tipo di relazioni, ho allacciato amicizie profonde e solide. (…)
Lei come se li è fatti i rapporti con la Cina?
Quasi per caso. Quando ero Capitano Reggente, durante i mandati 1987-88, avevo in mente di organizzare una visita negli Stati Uniti e mi ero già mosso in questo senso. Poi, per ragioni che sarebbe lungo spiegare, i piani sono cambiati e si sono presentate due chance: la Russia o la Cina. Io ho subito deciso per la Cina. (…)
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Gian Franco Terenzi con il ministro degli Esteri cinese Wang Yi
fotografia tratta da Rimini 2.0