“La strada intrapresa è quella della valorizzazione delle competenze”.
La Segreteria Interni, con un comunicato stampa, risponde alle perplessità sollevita da USL in merito ad alcune modifiche normative interne al corpo della Polizia Civile, in particolar modo per quanto attiene la figura del comandante.
“Rispondiamo volentieri al comunicato di USL rispetto alla Polizia Civile cercando di fare un po’ di chiarezza e soprattutto rassicurando che la strada ch e si sta seguendo è quella più volte condivisa, ovvero di una valorizzazione delle competenze e di una autonomia rispetto al Settore Pubblico Allargato.
Principi che a ben vedere anche USL sostiene di condividere salvo poi segnalare come criticità l’esclusione dei dipendenti del settore pubblico dal bando per il ruolo di Comandante. Se la strada che si vuole percorrere è quella dell’autonomia dal Settore Pubblico Allargato, di certo il ruolo di Comandante deve rispondere a criteri più stringenti e qualificanti rispetto a quelli operanti sinora. Ricordiamo infatti come, fino ad oggi, non fosse prevista alcuna norma speciale e differenziata per la copertura della posizione di Comandante del Corpo di Polizia e come i requisiti previsti per tale posizione fossero impostati in maniera assolutamente speculare a quelli di ogni altra posizione dirigenziale pubblica; veniva infatti unicamente previsto quale titolo la laurea in Giurisprudenza o, in subordine, in discipline amministrative attinenti alle funzioni senza richiedere alcun requisito di esperienza specifica quale agente o graduato dei Corpi di Polizia. Requisito quest’ultimo che, ad avviso di questa Segreteria di Stato, assume invece un rilievo fondamentale date le assolute peculiarità di gestione e di status normativo di un Corpo di Polizia rispetto agli altri uffici amministrativi.
Le modifiche apportate attraverso il Decreto 213/2020 affondano le loro ragioni nella necessità di dotare il Corpo della migliore organizzazione possibile: ciò presuppone che la figura del Comandante abbia un profilo e una base di competenze tali da poter comprendere e valorizzare adeguatamente una forza di polizia che sconta anni di immobilismo istituzionale, di delibere ad personam e di promesse non mantenute. Il nuovo decreto prevede quindi titoli di studio differenziati, a seconda che la selezione volta alla copertura della posizione di Comandante sia pubblica ovvero interna e rivolta ai soli appartenenti ai Corpi di Polizia sammarinesi, anche ad ordinamento militare. In quest’ultimo caso, per valorizzare l’esperienza lavorativa all’interno dei Corpi di Polizia sammarinesi – poiché assolutamente rilevante e distintiva per la copertura della posizione di Comandante – viene considerato quale titolo idoneo qualsiasi laurea magistrale, specialistica o di vecchio ordinamento, purché il candidato possegga un’anzianità di servizio di almeno tre anni nei Corpi. Coerentemente, il decreto precisa altresì che il bando debba prevedere un adeguato punteggio in relazione ai titoli servizio: punteggio che valorizza maggiormente l’esperienza all’interno del corpo della Polizia Civile.
Ultimo, ma non meno rilevante, nel corso di un recente colloquio abbiamo fatto presente ad USL che con l’emissione di un bando sulla base della normativa finora vigente ed evidentemente troppo restrittiva, un’unica persona all’interno della Polizia Civile sarebbe stata in possesso dei requisiti per partecipare, quindi un eventuale bando avrebbe avuto come potenziale un unico destinatario. Un bando per un unico candidato non corrisponde affatto all’idea di valorizzazione delle competenze che si intende perseguire. Non deve quindi stupire che si sia intervenuti con un decreto per fissare requisiti più sostanziosi: d’altronde non si può pensare di ottenere un cambiamento continuando ad applicare le stesse normative che, negli anni, hanno ampiamente dimostrato tutta la loro limitatezza”.
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