San Marino. Legge editoria: per Giardi va bene così. La replica di Antonio Fabbri, L’Informazione di San Marino

San Marino. Legge editoria: per Giardi va bene così. La replica di Antonio Fabbri, L’Informazione di San Marino

Lorenzo Giardi / Antonio Fabbri – L’Informazione di San Marino: “Articoli di legge alla mano: critiche fuorvianti, strumentali e non corrispondenti al vero”… Ma articoli di legge alla mano non è proprio come dice / Per Giardi la legge sull’editoria va bene cosi’ …eppure il testo denota ingerenze politiche / Il proponente dell’Istanza d’Arengo: I timori preventivi sulla presunta ingerenza politica potranno manifestarsi solo di fronte a situazioni oggettive 

SAN MARINO. Le posizioni di Lorenzo Giardi e Antonio Fabbri de L’Informazione di San Marino sulla muova legge per l’editoria.

Lorenzo Giardi: (…) Sorprende il tono delle critiche, che vengono anche da soggetti professionalmente collocati in realtà editoriali della Repubblica ma non sammarinesi, oppure di soggetti che sembrano intendere la professione di giornalisti come una giungla dove poter esercitare un potere e non un servizio alla comunità. Informare è un diritto-dovere in piena libertà e autonomia di chi esercita e di chi fruisce; gestire l’informazione senza regole né qualifiche è abusare dei concetti di libertà e autonomia lasciando pensare che si vogliano salvaguardare rendite di posizione. Non risponde al vero che la bozza di legge consegna alla politica l’inquadramento professionale, che è demandato a una commissione di esperti sul modello di altri Stati. E’ singolare che ci si scandalizzi perché viene previsto un esame di abilitazione professionale, con un dispositivo nella stesura che peraltro prevede una forma di sanatoria per gli iscritti all’Ordine dei Giornalisti Italiani quando in Italia non ci sono sanatorie di alcun genere (…).  

Antonio Fabbri: (…) Non so se lo hai notato, ma l’Autorità Garante per l’Informazione è formata da cinque membri, di cui tre di nomina politica. Gli altri, sempre nominati dal Consiglio, sono proposti dalla Consulta per l’informazione formata da giornalisti ed editori (art. 7 commi 3, 4 e 5). Tre su cinque, come converrai, sono la maggioranza. Quindi è un organismo che decide a maggioranza di emanazione politica. Il problema è che cosa fa questo organismo. Approva il codice deontologico (art. 8 comma 2) che la famigerata Consulta, composta da giornalisti ed editori, propone. E’ ovvio che se le norme di comportamento come proposte non dovessero andare bene all’Autorità a maggioranza politica, questa potrebbe non approvarle. (…)


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