San Marino. Lettera anonima denuncia tangenti date ai sindacalisti

San Marino. Lettera anonima denuncia tangenti date ai sindacalisti

L’Informazione di San Marino 

Tirati in ballo Beccari, Battazza, Tamagnini, Felici e Giardinieri 

Lettera anonima denuncia tangenti date ai sindacalisti: “Vile tentativo di diffamazione”

Non c’è bisogno di scomodare Cicerone e il suo detto “Mala tempora currunt” per rendersi conto del livello cui si è arrivati nel dibattito politico degli ultimi mesi e che davvero corrono brutti tempi. Dibattito che dalle aule consiliari e dalle colonne di giornali e sedicenti blogger sembra essersi spostato nell’ambito delle lettere anonime, e che quindi dibattito non è più ma diventa invettiva, calunnia, delazione, quando non addirittura minaccia. Difficile non legare gli ultimi episodi al clima politico esacerbato che si è creato nel Paese, con un’escalation di toni sempre più accesi e violenti fino ad arrivare, oggi, all’extrema ratio della denuncia anonima. Ha stigmatizzato ieri Adesso. sm “uno scontro politico che da troppo tempo ha oltrepassato i limiti di un confronto che, anche se acceso, dovrebbe essere sempre rispettoso e civile”. E quando si tira troppo una corda, questa si spezza 

Dopo mesi di attacchi violenti, urlati, astiosi la corda del “confronto civile” si è spezzata, e si è arrivati a un punto in cui forse conviene a tutti fermarsi un attimo, fare un respiro profondo e riflettere su come si vuole davvero fare il bene del Paese. Certamente non con i toni volgari, che del resto si commentano da sé, della “lettera” dai contenuti pesanti e preoccupanti, che coinvolge esponenti politici del calibro di Simone Celli, Marco Podeschi, Nicola Renzi, Roberto Giorgetti, Nicola Selva e Giuseppe Maria Morganti e del mondo bancario tra cui spiccano i nomi del presidente di Cassa di Risparmio, Fabio Zanotti e quelli di Roberto Moretti, Direttore Generale di Banca Centrale e di Raffaele Mazzeo, membro del Coordinamento di vigilanza di Banca Centrale. A Zanotti, oltre ad avere rivolto insulti e frasi poco edificanti, l’anonimo “scrittore” rivolgeva anche minacce pesanti di morte chiamando in causa anche i suoi familiari.

Toni in apparenza più morbidi e “civili” quelli della lettera, datata 21 giugno 2018 e con una firma che apparentemente rimanda a un esponente politico delle passate legislature, indirizzata ai membri del Congresso di Stato. Una lettera che ha fatto andare su tutte le furie dirigenti sindacali tirati in ballo accusati di intascare dall’imprenditore di turno cospicue somme per gestire il malumore dei dipendenti.

Nella lettera, partendo dalle motivazioni della sentenza del “Conto Mazzini”, si denunciano una serie di illeciti economici – dalla defiscalizzazione a mazzette per addomesticare le aste all’assegnazione dei fondi pensione – che avrebbero avuto come protagonista il mondo della rappresentanza sindacale. Ad essere tiranti in ballo Mirco Battazza, Gianluigi Giardinieri, Marco Beccari, Giorgio Felici e Giuliano Tamagnini. “Un gravissimo e ignobile tentativo di diffamazione e di intimidazione”, così definisce la lettera la Centrale Sindacale Unitaria (Csu) che ha convocato urgentemente ieri una conferenza stampa per manifestare tutto il proprio sdegno nei confronti di tale missiva.

L’anonimo estensore della lettera non si limita a denunciare episodi di corruzione, ma riporta anche in maniera dettagliata numeri percentuali e modalità sulle somme che venivano assegnate. “Una organizzazione perfetta” che portava, sempre secondo l’anonimo scrittore, nelle tasche dei sindacalisti coinvolti centinaia di migliaia di euro. Dal canto loro i sindacalisti riuniti in conferenza stampa hanno dichiarato di essere “pronti in qualsiasi momento, fin da subito, ad una operazione trasparenza” e di non “avere certo nulla da nascondere”.

La denuncia più dura arriva a proposito dell’assegnazione dei fondi pensione del primo pilastro. In quel caso, sempre secondo l’anonimo autore, vi era “un vero manuale operativo”. Per ottenere l’assegnazione dei fondi veniva richiesta una somma fra lo 0,5 e l’1% dell’importo, “pena la non assegnazione o il ritiro dei fondi”.

Denunce queste che, se dovessero trovare corrispondenza nella realtà, getterebbero un forte discredito sull’intero sistema gestito da una rappresentanza sindacale mai rinnovata dagli anni ‘90. Corrispondenze che, sempre secondo la lettera, sarebbe facile verificare prendendo in esame le consistenze bancarie degli ultimi 15 anni dei sindacalisti nominati e dei loro famigliari.

Giuliano Tamagnini e Gianluca Montanari in conferenza stampa hanno respinto con sdegno tutte le affermazioni denigratorie contenute nella lettera, e hanno messo a disposizione la verifica dei loro personali conti correnti bancari, oltre a quelli dei propri famigliari, e di tutti i dirigenti e funzionari di Csdl e Cdls. Insomma, quanto emerge dalla lettera sarebbe uno spaccato inquietante di un sistema malato che non ha coinvolto solo gran parte della classe politica degli anni ‘90, ma anche quella sindacale e professionale. Un mondo rimasto “totalmente indenne dal processo di rinnovamento” mutuato dal “Conto Mazzini”.

Le lettere anonime inviate in questi ultimi giorni non sono che l’ennesima dimostrazione di un clima portato all’esasperazione da continui scontri fra opposte parti politiche, che utilizzano metodi discutibili per arrivare a toccare le viscere dei sammarinesi. Un metodo quest’ultimo che non potrà che portare ad una sconfitta della politica e di conseguenza di tutto il sistema sociale ed economico che sorregge il nostro Paese. I prossimi giorni saranno la cartina di tornasole per capire quanto interessi San Marino a maggioranza e opposizione.

 

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