Non è la prima volta che si scopre che la Repubblica di San Marino viene utilizzata dalla mafia siciliana direttamente. Si ricorda ad esempio un allarmante pizzino della famiglia Lo Piccolo. Poi Ciancimino. Fenomeno evidenziato ed illustrato da politici sammarinesi quali Antonella Mularoni e Ivan Foschi. Ora compare una realtà nuova.
Da monrealepress.it: Sequestrati beni per mezzo miliardo di euro all’imprenditore monrealese Calcedonio Di Giovanni / La sua scalata al successo grazie alla mafia.Operazione della Dia di Palermo e Trapani: tra i beni sequestrati, centinaia di villette del villaggio Kartibubbo
Il suo successo sarebbe stato legato “indissolubilmente intrecciato con i destini delle famiglie mafiose di Mazara del Vallo”. La sezione misure di prevenzione del Tribunale di Trapani accoglie la proposta della Dia di Palermo e Trapani e mette sotto sequestro l’impero economico dell’imprenditore monrealese Calcedonio Di Giovanni: un valore strabiliante di 500 milioni di euro. Tra questi, ci sono anche un centinaio di case nel villaggio vacanze Kartibubbo a Campobello di Mazara. Ed è proprio a Kartibubbo che, secondo l’accusa, sarebbe emerso “il collegamento di Di Giovanni con uno dei principali artefici del riciclaggio internazionale, ossia Vito Roberto Palazzolo”. (…)
Di Giovanni, viene descritto come “imprenditore spregiudicato” entrato in affari anche con mafiosi di Castelvetrano, ad esempio Filippo Guttadauro, cognato di Matteo Messina Denaro, e in contatto con Pino Mandalari, il commercialista di Totò Riina.
(…) Per tracciare la presunta pericolosità sociale di Di Giovanni gli uomini della Dia raccontano il suo recente tentativo di sottrarre il patrimonio alla scure delle misure di prevenzione. Quattro mesi fa, nel giugno 2014, avrebbe costituito in Inghilterra la società “Titano real estate limited” che si occupa di gestione di villaggi turistici con domicilio fiscale italiano nel villaggio Kartibubbo. L’amministratore della società, un mazarese, il mese scorso ha aumentato il capitale. Si è passati dagli originari 100 euro agli 11 milioni di euro versati dal socio “Compagnia immobiliare del Titano” con sede a San Marino. I soldi riguardano il ramo di azienda costituito da un centinaio di immobili nel villaggio turistico. Una manovra organizzata da Di Giovanni, sostiene l’accusa, per evitare il sequestro e mantenere saldo in mano il potere.
Ed invece il sequestro si è abbattuto sul patrimonio che comprende decine e decine di terreni e case in provincia di Trapani e Palermo. E una sfilza di società: “Titano real estate limited, “Compagnia immobiliare del Titano”, Il Cormorano, Fimmco, “Campobello park corporation, “Immobiliare La Mantide”, “Associazione orchidea club, “Selinunte country beach, alcune quote del “Selene residence” di Campobello di Mazara, “Parco di Cusa vita e vacanze, Dental house, Numidia srl. (…)