Intoppo dell’assestamento di bilancio, maggioranza e governo incontrano l’opposizione per cercare di sbloccarlo. Ma pesano le residenze fiscali già approvate
ANTONIO FABBRI – Intoppo dell’assestamento di bilancio, previsto per oggi un incontro tra maggioranza, opposizioni e governo per cercare di sbloccare la discussione che oramai si trascina da ben due sedute del Consiglio Grande e Generale. La seduta di settembre, sempre che non ne vengano programmate due, dovrà dunque vedere la conclusione legge di variazione di bilancio, ma con le opposizioni determinate a dare battaglia il dibattito potrebbe riproporsi come interminabile. Di qui la ricerca di una intesa prima delle sedute.
Vero è che, a vedere le posizioni determinate tenute da tutte le forze politiche di opposizione nello scorso consiglio, il nodo appaiono le residenze fiscali non domiciliate previste dagli articoli 10 e 11 dell’assestamento di bilancio. Articoli peraltro già approvati e sui quali anche le tre sigle sindacali hanno chiesto un ripensamento e il ritiro di quegli articoli. Tra l’altro la posizione delle opposizioni è stata da subito legata anche all’inciampo che le residenze fiscali non domiciliate potrebbero creare nel negoziato per l’accordo di associazione all’Ue. Una preoccupazione non peregrina vista anche la lettera alla Commissione Ue, emersa in questi giorni, dei tre Enti europei regolatori dei settori bancario, finanziario e assicurativo, che hanno chiesto di frenare sull’integrazione dei tre microstati, Monaco, Andorra e San Marino, proprio in funzione delle legislazioni ritenute più “permissive”.
Se questa è la percezione, ancorché non del tutto corretta, introdurre le residenze fiscali non domiciliate già definite da sindacati e opposizione un ritorno ad una “economia opaca” che favorisce “l’elusione e l’evasione, di certo non aiuta
Articolo tratto da L’Informazione di San Marino pubblicato integralmente dopo le 23
