Antonio Fabbri – L’Informazione di San Marino: Amphora, in Italia dopo la comunicazione di fine indagini è attesa l’udienza del gup
E’ del 23 luglio dello scorso anno l’avviso di conclusione delle indagini recapitato a sette persone, tra cui il conte Pasquini ed Eugenio Buonfrate, per l’inchiesta romana del Pm Perla Lori, parallela, e per certi versi sovrapposta, a quella sammarinese. La maxi indagine della procura di Roma con l’inchiesta “Amphora” contesa un giro di riciclaggio, con cifre dell’ordine del miliardo di euro all’anno, che prendevano la strada di San Marino per poi essere destinate ad altri lidi. In quel caso gli inquirenti capitolini contestano il fatto che, una volta che un cliente affidava i propri risparmi o i capitali ad Amphora, la struttura romana guidata da Pasquini, questi li riciclava all’estero tramite Smi e poi, sempre usando la San Marino Investimenti, li faceva rientrare in Italia. Il tutto, secondo la procura di Roma, attraverso “almeno un doppio schermo fiduciario, cosiddetto a colonna, costituito da due o più mandati di cui il primo necessariamente radicato in San Marino”.
Anche in questo caso le
persone chiamate in causa
contestano gli addebiti,
cosa che presumibilmente
faranno più compiutamente
quando la vicenda
arriverà davanti al Gup.
Di certo quello di Smi è
un caso di enorme portata
per San Marino se si
considera, oltre all’entità
dei capitali mossi secondo
le accuse attraverso la
più antica finanziaria del
Titano, che la società nel
suo momento di massima
attività e prestigio era arrivata
ad avere un capitale
di oltre 400 milioni di
euro come evidenziato
dall’avvocato Maria Selva
nell’udienza di ieri. (articolo pubblicato per intero il giorno 10 aprile)
