Non credo esista premeditazione negli atti che progressivamente stanno spogliando la Città di San Marino, ma di certo tali scelte sono mosse dalla completa ignoranza di quali siano le conseguenze di questo inesorabile processo.
Il colpo più duro all’identità del Monte Titano è stato inferto dal trasferimento delle funzioni religiose. Togliere alla Pieve il compito di celebrare matrimoni, funerali, battesimi, cresime, allontanando la comunità dal centro in cui la comunità stessa si è anticamente costituita, dimostra come oramai coloro che adottano le grandi decisioni, non hanno più legami con le origini e fanno soccombere i valori sotto il peso delle manie economicistiche e funzionalistiche. Mi faceva notare uno dei pochi analisti sammarinesi rimasti, ormai purtroppo voce nel deserto, che il fatto di vivere i momenti essenziali che segnano l’esistenza in luoghi spersonalizzanti e anonimi, come ad esempio una chiesa sorta dal nulla in un luogo dove non esiste né pathos né genius loci, trasferisce tale distacco al soggetto stesso e alla sua famiglia, generando un circolo vizioso per cui le decisioni che quei soggetti adotteranno, genereranno ulteriore spersonalizzazione.
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