La Seas, società della Repubblica di San Marino, impelagata nella indagine Wind
Farm, era stata sì a suo tempo sospesa, ma solo temporaneamente. Esattamente per un mese: dall’8 novembre al 9 dicembre 2010, come si apprende da Smtv San Marino.
Nel novembre 2011 fu presentata una interpellanza su detta società dai consiglieri Giovanni Lonfernini (UPR) e Alessandro Rossi (SU), evidentemente sulla base di nuovi elementi.
Poi si apprese del coinvolgimento di due sammarinesi (San Marino nelle spire della ‘ndrangheta), in collegamento con la Vent1
Capo Rizzuto, a sua volta collegata alla Purena di Nicola
Arena, nipote – omonimo – di un boss della ‘ndrangheta. Esattamente Gobbi Roberto e il figlio Maximiliano (Mafie a San Marino).
Dalla stampa si è appreso che mandatario della Seas era proprio Nicola Arena.
Ora a intervenire, a nome dei Gobbi, è l’avv. Alessandro Petrillo: “Già il fatto che non siano stati colpiti da alcun provvedimento di natura
personale – commenta – la dice lunga sulla discutibilità dell’ipotesi
accusatoria coltivata dalla Procura di Catanzaro. Il provvedimento tanto per
cominciare dovrà essere convalidato dal Gip. Noi avevamo presentato un corposo
dossier per documentare l’assoluta trasparenza e la tracciabilità dei movimenti
finanziari della “Vent1 Capo Rizzuto” e quindi della Seas. Nella compagine
sociale – aggiunge – figurano soggetti economici tedeschi di notevole spessore,
il capitale sociale è pulito, men che meno dipende da presunte cosche
calabresi”. Per il segretario all’Industria Marco Arzilli la sospensione era
stata revocata “perché in quel momento non avevamo trovato elementi rilevanti
dal punto di vista amministrativo – spiega – Ma gli uffici di controllo erano
allertati, Aif e tribunale in prima linea, sapevamo che la gendarmeria si
interessava del caso, ed ora questo provvedimento dimostra l’attenzione e il
lavoro eseguiti dagli organismi preposti”. (da Smtv San Marino)