Patrizia Cupo di Corriere Romagna San Marino: Scatoloni ridotti come colabrodi. L’esercitazione di tiro contro alcuni fascicoli finiti poi al centro di una indagine era stata scambiata per un avvertimento mafioso / Spara sulle prove, gendarme a processo / Ha crivellato di colpi i documenti di un’inchiesta sulla malavita: si stava esercitando…
SAN MARINO. Sparò all’impazzata contro alcuni scatoloni di documenti: per lui, che all’epoca ambiva a diventare gendarme (arruolato nel 2011), solo un’esercitazione.
Ma a chi dovette poi sequestrare quelle carte nell’ambito di un’inchiesta di mafia, parve un avvertimento in puro stile «Costa nostra», e fece aprire l’inchiesta: ora, il giovane gendarme dovrà risponderne in aula il prossimo 21 maggio, rinviato a giudizio per aver portato fuori casa impropriamente un’arma da fuoco. Un reato non grave, quello per cui oggi il 28enne è accusato, ma che sottende una storia che all’epoca fece tremare la polizia civile.
Il fatto venne scoperto all’inizio del 2011: il Nucleo antifrode fu mandato a sequestrare un carico di documenti di una società ormai «dismessa » nell’ambito di una rogatoria giunta a San Marino relativa a un’inchiesta italiana sulla malavita organizzata. I poliziotti, coordinati dal commissario della legge Rita Vannucci, trovarono la documentazione, impacchettata e pronta. Ma, sorpresa, crivellata di colpi di fucile.
Vista la delicatezza del tema, si pensò da subito a un gesto intimidatorio: alle minacce della malavita. (…)
OGGI
–
GIORNALI PARLANO
DI …
Meteo San
Marino di N. Montebelli
di Ranfo