San Marino. Nullatenente compare come garante nella lista del credito d’imposta. Antono Fabbri

San Marino. Nullatenente compare come garante nella lista del credito d’imposta. Antono Fabbri

L’informazione di San Marino

I beni “congelati” e poi restituiti ora potrebbero essere oggetto di recupero per San Marino

Risultava nullatenente ma compare come garante nella lista del credito d’imposta

In una inchiesta denominata “Deutsch Galaxy” gli vennero confiscati barche, auto, utilità per 5 milioni. Poi l’appello ha stabilito che non era mafioso e ha disposto la restituzione

Antonio Fabbri

SAN MARINO. La lista dei debitori che hanno contribuito a generare il credito di imposta riserva sorprese e curiosità. Una di queste riguarda tale Gaetano Tedesco, dal 2013 ad oggi nel mirino dell’attività di procura, Guardia di Finanza, Polizia e Carabinieri del ragusano, in Sicilia, nell’ambito dell’operazione denominata “Deutsch Garaxy”. 

Una operazione che ha portato alla confisca di beni e denaro per circa 5 milioni di euro. Imbarcazioni ed autovetture di lusso, mezzi commerciali, motoveicoli, diversi immobili, numerose aziende e società, alcune delle quali ubicate nelle province di Ragusa, Milano e Trento, oltre che in Francia e nella Repubblica di San Marino, numerosissimi rapporti economici in diversi istituti di credito, finanziarie, poste italiane. Beni e utilità intestate a prestanome, ma secondo le indagini riconducibili al Tedesco che, altrimenti, risultava nullatenente dal 1989. Ebbene, di recente la Corte d’Appello seconda sezione penale di Catania, ha deliberato la restituzione dei beni confiscati a Gaetano Tedesco. Confisca che era avvenuta su provvedimento del Tribunale di Ragusa emesso nel 2013 su proposta del Questore della provincia siciliana in funzione di accuse di legami con la criminalità organizzata. Per la Corte d’Appello, invece in questo caso non si può parlare di mafia e quindi i beni vanno restituiti al Tedesco. Le stesse indagini e le immagini dei sequestri avevano svelato i rapporti di Tedesco a San Marino. Tra l’altro, nelle indagini, era finita anche la Fincompany, finanziaria sammarinese oggi in liquidazione, poi prosciolta già in primo grado dalle accuse essendo risultata “terzo incolpevole che aveva operato in assenza di un rapporto con Tedesco”, il quale tramite la finanziaria aveva tuttavia a disposizione auto di lusso come una maserati con targa sammarinese e barche immatricolate sul Titano.

Nelle liste dei debitori che hanno contribuito a generare il credito di imposta – in particolare in quella relativa al fondo Odisseo – il nome di Tedesco compare come garante della società International Freight Company Srl per due esposizioni di questa società: una da 829.230,24 euro e una 261.469,33. In totale, insomma, una esposizione finita in credito di imposta, e quindi sulle spalle di tutta la cittadinanza, per oltre un milione di euro.

A questo punto c’è da capire come abbia fatto ad essere accettato come garante di una società un soggetto che, stando alle indagini italiane, risultava nullatenente dal 1989.

Allo stesso tempo -considerato che i beni per 5 milioni di euro, in un primo momento confiscati dall’autorità giudiziaria, oggi sono stati restituiti a Tedesco dopo la sentenza di appello- occorrerà valutare se ci siano gli estremi per procedere al recupero di quel credito magari rivalendosi sui beni non più “congelati”.

Se da un lato dunque, vista la decisione di secondo grado, i guai con la giustizia italiana per Tedesco paiono risolti, dall’altro, da parte sammarinese, sarebbe opportuno operare perché le pendenze con il credito di imposta, visto anche il venir meno della confisca sui beni, possano essere onorate

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