San Marino Oggi titola: Gli antidemocratici e i loro condizionamenti occulti / Il segreto di Stato sulla relazione Riccio-Zechini frutto di una vecchia mentalità e di un’antica anticultura
La vicenda Riccio-Zechini sarà un autogol per chi l’ha gestita, o meglio per chi ha pensato di poterla gestire, usando il segreto di Stato. Perché la querelle Riccio-Zecchini è principalmente la storia di alcuni tentativi maldestri per aggirare le regole democratiche di un Paese, che nonostante tutto, crede ancora nella partecipazione dei cittadini.
Quello che la maggioranza non può secretare è la figuraccia che ha fatto, appunto secretando la relazione sull’inchiesta. L’ha in pratica resa inaccessibile ai consiglieri che l’hanno chiesta. Ovvia l’indignazione, giusta la mossa dell’opposizione di recarsi dai Capitani Reggenti per esprimere “una forte preoccupazione” nei confronti della decisione del governo.
Il non consegnare la relazione alla commissione è antidemocratico e va a ledere il diritto dei consiglieri e della minoranza.
L’atteggiamento è quello che in seno a questa maggioranza Ap ci ha abituati a vedere: autoritario, autoreferenziale e indifferente alle proposte sensate se non targate Ap. E alla lista ora dobbiamo anche aggiungere antidemocratico.
Perché come definireste, la decisione (della maggioranza del congresso di stato) di distribuire ai segretari di Stato la relazione dell’inchiesta Riccio-Zechini e subito dopo averne dato lettura ritirare tutte le copie e metterle sotto chiave alla segreteria agli Interni? Non è forse un atteggiamento antidemocratico e discriminatorio nei confronti degli stessi membri di governo?