Operazione Malavigna, sequestri per 50 milioni
Antonio Fabbri.
Mentre sul Titano, ieri, si concludeva con la condanna per riciclaggio il processo di primo grado al “Re del Vino”, in Italia, per una indagine denominata “Malavigna”, ulteriore sviluppo dell’inchiesta “Baccus” legata soldi sporchi finiti sul Titano, la Direzione Investigativa Antimafia di Bologna poneva sotto sequestro beni per 50 milioni di euro riconducibili a Vincenzo Secondo Melandri, il cosiddetto “Re del vino”, appunto, che per questo secondo filone di indagine era finito sotto custodia cautelare, ed è tuttora detenuto, a dicembre del 2017. In quella occasione erano finiti in manette anche sei esponenti della mafia foggiana operativa nella zona di Cerignola.
Le indagini, coordinate dal Procuratore capo di Ravenna Alessandro Mancini e dal sostituto Lucrezia Ciriello, hanno portato ieri, su disposizione del Gip di Ravenna Andrea Galanti, al sequestro di pertinenze aziendali e partecipazioni societarie, di 185 beni immobili ubicati nelle province di Ravenna, Forlì e Brescia. Si parla di fabbricati e terreni, di beni mobili tra cui 4 auto d’epoca, di diponibilità finanziarie depositate in Italia e nella Repubblica di San Marino per un valore complessivo stimato prudenzialmente in oltre 50 milioni di euro.
Sul Titano la richiesta di sequestro sarebbe giunta nei giorni scorsi, anche se in Repubblica le disponibilità di Melandri sono “congelate” da un pezzo, proprio in funzione dell’inchiesta per riciclaggio sfociata ieri nella condanna di primo grado con la confisca delle somme sequestrate.