San Marino, Pa. G. Gatti, capo del personale. Sinistra Unita

San Marino, Pa. G. Gatti, capo del personale. Sinistra Unita

Nei giorni scorsi sui
quotidiani è apparso qualche articolo dove si prospettava l’incarico di Gabriele Gatti a Capo del
Personale della Pubblica Amministrazione.

Da tempo si parla di cambio
di mentalità e di instaurare un percorso meritocratico all’interno della nostra
Repubblica.

Da tempo si promette di
valorizzare le giovani professionalità con modelli di selezione equi e certi,
di formare e preparare una nuova classe dirigente del Paese, e di questo il
Patto per San Marino in campagna elettorale si è fatto strenuo sostenitore.

E allora che c’azzecca Gatti
a capo del personale?

È vero, a San Marino mancano
vie d’uscita onorevoli per i personaggi politici di primo piano, e come
qualcuno ha ricordato sui giornali è anche un vezzo dei piccoli paesi quello di
sparare su chi è passato dalle stelle alle stalle, ed oggi conta poco più di
nulla.

Ma sinceramente non ci pare
che la soluzione che si paventa sia quella migliore per garantire una
sostenibile via di uscita politica all’ex Segretario agli Affari Esteri dei
favolosi anni novanta. Se la via di uscita è la direzione del personale della
pubblica amministrazione ci sorgono molti dubbi sui reali fini di questa
operazione, considerato il tenore del personaggio politico ed i suoi trascorsi
nella vita politica dal 1986 sino ad oggi, il potere che ha avuto e il modo in
cui l’ha gestito per i benefici e/o danni che ha arrecato al Paese.

Il ruolo di Capo del
Personale dovrebbe essere svolto da individui che possano garantire la
separazione fra politica e pubblica amministrazione, vigilare sulla corretta
applicazione delle leggi, essere liberi da qualsiasi condizionamento politico.

Fra l’altro, in un momento
critico come questo, questa ipotizzata nomina ci sembra ancora più assurda
quando si parla di nuovi metodi di gestione del settore pubblico, obbiettivo a
nostro parere raggiungibili, solo se in ruoli così importanti sono inserite
persone nuove con idee nuove, libere da vincoli con il passato.

E non ci sembra che la
figura del Consigliere Gabriele
Gatti corrisponda a questi requisiti.

Nonostante tutte le nostre
buone intenzioni non siamo riusciti a trovare una qualche ragione a questa
nomina, se non che il suo partito voglia liberarsene offrendogli un posto
importante e ben remunerato; oppure che pensi di riacquistare buona parte
dell’elettorato perso tramite una gestione della PA basata principalmente sul
clientelismo.

Non vorremmo che il Patto
per San Marino dopo essere stato smentito dalla cittadinanza nel referendum del
27 aprile, preso dall’ansia della sopravvivenza e del mantenimento delle
poltrone, possa turarsi il naso un’altra volta ancora, e rimanere arroccato sui
suoi sparuti 30 voti, non per il bene del Paese ma per la propria sopravvivenza.

Non solo. Se questo
principio passasse allora ogni politico sammarinese potrebbe ambire a posti di
rilievo nella pubblica amministrazione solo per il fatto di avere avuto un
passato politico, e questo crediamo potrebbe affossare definitivamente il
Paese, visti i rendimenti ed i risultati ottenuti dalla politica.

Insomma, con tutta
tranquillità invitiamo il Patto per San Marino a riflettere su questa ulteriore
scelta dissennata, lo invitiamo a prendere atto che il Paese reclama a gran
voce una politica nuova che possa dare speranza e non una ulteriore
frustrazione, con cui si dimostrerebbe che non valgono ragioni nobili nelle
scelte politiche, quanto piuttosto opportunità di corto respiro che rischiano
di delegittimare ulteriormente il compito di tutti coloro che si misurano nella
difficile competizione per la gestione del bene pubblico.

E per finire, ci permettiamo
di dare anche un suggerimento: se proprio quello che rimane del Patto vuole
liberarsi del Consigliere Gabriele
Gatti, suggeriamo un discreto incarico diplomatico su
un’isola caraibica.

 

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