San Marino. Per uno scherzo sul web, fatto da altri, chiamato a difendersi in tribunale

San Marino. Per uno scherzo sul web,  fatto da altri, chiamato a difendersi in tribunale

Corriere Romagna San Marino: Sostituzione di persona sul web / Burla al poliziotto, funzionario a processo /
Alla sbarra l’ex coordinatore del ministero della Giustizia della Repubblica di San Marino.
Secondo l’accusa “postò” dal suo computer la foto dell’investigatore su un sito di incontri

RIMINI. Ha copiato da google una foto
del superpoliziotto e l’ha “postata”
su Badoo – un social network di
incontri – corredandola con uno pseudonimo.
Con l’accusa di essere
l’autore dello “scherzo” è a processo
il 45enne sammarinese Stefano Palmucci,
ex coordinatore del dicastero
della giustizia di San Marino
.

Il funzionario della pubblica
amministrazione
sammarinese, difeso
dall ’avvocato Massimo
Sorrentino, nega di essere
stato lui e respinge l’addebito
che lo vede alla
sbarra: “sostituzione di
persona”. Parte offesa è il
vice questore aggiunto
Sabato Riccio, ex coordinatore
delle forze di polizia
a San Marino, che in
aula ha spiegato al giudice
la genesi della sua denuncia
contro ignoti. «Ho
scoperto di essere stato
inserito a mia insaputa su
quel sito per incontri di
coppia l’1 aprile 2011, nel
corso di una cerimonia
ufficiale. Me lo dissero
dei gendarmi e pensai volessero
farmi intendere la
circostanza per burlarsi
di me. Quando invece mi
mostrarono la pagina
stampata con il mio volto
e un falso profilo, mi
preoccupai e avvertii subito
i colleghi della polizia
postale». C’era poco da
scherzare e il superpoliziotto,
che non si è costituito
parte civile, sul Titano
doveva già guardarsi
le spalle da tentativi di
delegittimazione legati al
suo ruolo.

(…) Si è arrivati
così all’imputato, almeno
secondo l’accusa, abituale
utilizzatore della
postazione incriminata.
«Un accesso – ha sostenuto
l’agente mentre Palmucci
dissentiva scuotendo
il capo – l’ha fatto
anche da casa». Un testimone
della difesa, ha spiegato
la circostanza che in
realtà molti avevano accesso
al computer dell’accusato,
e rivelato che la
password “supersegreta ”
all’interno dell’ufficio ministeriale
non era poi così
inviolabile: ‘giustizia giustizia’.
Nel giugno 2013, dopo
l’esame dell’imputato,
arriverà il verdetto
.

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