San Marino. Piazza finanziaria e la strategia della distrazione

San Marino. Piazza finanziaria e la strategia della distrazione

Piazza finanziaria e la strategia della distrazione: Elena Tonnini in Consiglio

A San Marino la storia ci racconta che quando si cerca di tenere l’attenzione della gente su finti scandali, o su schermaglie politiche da 4 soldi, basate sulla mistificazione ricercata della realtà, è proprio in quel momento che la distrazione serve per realizzare i peggio traffici della storia sammarinese, che di solito coinvolgono il mondo della finanza o quello immobiliare. La distrazione è utile perchè in questi casi è indispensabile la connivenza di una politica che tenta così appositamente di far perdere le tracce e di distrarre con argomenti futili la popolazione. C’è chi ha ben raccolto questa tradizione, ma condivido l’appello di qualcuno a costruirsi un proprio spirito critico, senza correre dietro a quello che ci viene propinato dalla stampa o da slogan propagandistici.
Ci sono delle priorità che vanno affrontate.
C’è chi dice per scelta, c’è chi dice a causa della lotta europea alle giurisdizioni offshore, un sogno tutto sammarinese di finta e sciagurata ricchezza (quello della piazza finanziaria) è stato soppiantato dalle regole e dagli accordi della trasparenza e dello scambio delle informazioni.
Ma è davvero cosi o si tratta ancora una volta di fumogeni per raccontare una storia o realizzare altro? Partiamo da una considerazione: la lotta all’offshore, all’anonimato societario, in realtà non vale in tutti i paesi dell’europa. Esistono realtà in cui l’offshore sta continuando a fungere da volano per gli interessi di coloro che necessitano di anomimato e opacità, oppure di far perdere e tracce dei propri agganci, rapporti e delle somme che veicolano nei loro affari. Il Lussemburgo ne è esempio calzante. E’ una giurisdizione ideale per le aziende che desiderano godere di accordi offshore, ed è particolarmente consigliato per capitali degli investimenti immobiliari. E si sa (San Marino ne è un esempio) che proprietà immobiliari e banche vanno molto a braccetto.
A San Marino è davvero terminata l’idea della piazza finanziaria oppure è stata trasferita? Oppure quest’idea ha trovato il modo di evolversi, promuovendo in loco, in Repubblica, un’operazione di trasparenza che faccia pensare ad un cambio di metodo e dall’altro sfruttando l’opacità lussemburghese.
A san marino stiamo vivendo un dissesto finanziario, in assenza dei piu basilari elementi utili (come la centrale rischi) per riconoscere reali responsabilità ed evitare, oltre ad un peggioramento della situazione oltre che distorsioni. Lo Statuto di Banca Centrale di San Marino (d’ora in poi BCSM) prevede che la stessa sia responsabile della valutazione dei rischi del sistema creditizio sammarinese. La centrale rischi, che doveva essere attivata a marzo 2016, è stata bloccata da BCSM a tempo indefinito. Chiederemo spiegazioni il 6 febbraio in commissione su questo.
Certo è che, per chi di affari di banche di capitali a rischio se ne intende, un dissesto finanziario in realtà può generare lauti guadagni. Il dissesto può essere messo in vendita, e con esso il paese. Questo può avvenire solo se c’è qualcuno (un governo accondiscendente) disposto a mettere tutto questo in vendita e magari, a far passare l’operazione come unica salvezza per la patria.
Siamo il paese dei paradossi. Se da una parte San Marino ha firmato accordi per la trasparenza, la tracciabilità, lo scambio dei dati,
dall’altra non ha preteso le piu basilari garanzie che permettessero di scardinare quell’anonimato che era la base del sogno della piazza finanziaria. Centrale rischi, il rispetto delle leggi sulle schermature con società anonime, fiduciarie o trust.
Da una parte diciamo addio alla piazza finanziaria, dall’altra parte aumentiamo i rapporti societari con il Lussemburgo. Ma con un fattore in più…se fino al 2016 questo riguardava solo il campo bancario, ora si apre il canale delle costruzioni, dell’ immobiliare, degli outlet.
A San Marino c’è una legge del 2013 che stabilisce che le banche non possano avere schermature di società anonime o fiduciarie. Entro il giungo 2014 le banche che erano possedute da soc anonime avrebbero dovuto mettersi in regola. Quel principio non è mai stato rispettato e speravamo che uno dei primi interventi di questo governo, anche alla luce degli appelli alla trasparenza, potesse essere il rispetto di questa legge.
Per sollecitare abbiamo portato l’esempio di diverse banche non ancora in regola con questa legge: CIS proprietà di banca partner, è a sua volta posseduta da 2 società lux (al 95% dalla leiton holding e il restante alla gleinor holding). BAC possedute da società anonime lussemburghesi ASSET da fiduciarie
Abbiamo chiesto spiegazioni e chiarimenti al governo, chiedendo di intervenire subito: il governo ci ha a mala pena risposto prendendo tempo.
Il mondo lussemburghese delle società anonime è ben conosciuto anche dal presidente di banca centrale Grais, il quale fino a marzo 2016 era amministratore di una società di investimento in capitali a rischio (la SA SICAR LUPERCALE) lussemburghese. Questa società ha sede nello stesso indirizzo delle società lussemburghesi che possiedono banca CIS e non solo: quando le holding facenti capo al CIS si sono trasferite da quella via, a trasferirsi nel medesimo nuovo indirizzo e nella medesima data è stata anche la SA SICAR.
Crediamo sia dovere del governo verificare se esistano e di quale tipo, legami tra le SA di banca CIS e il presidente Wafik Grais. Il nostro Movimento aveva segnalato alcune anomalie sulla sua nomina in occasione di una bando internazionale emesso da San Marino che pero non è stato rispettato.
Anche il mondo immobiliare sammarinese si apre all’anonimato lussemburghese.
A ottobre 2015 ha aperto a San Marino la succursale di una società anomina lux, la Capital Evo SA, collegata con il One Gallery di Jarno Trulli.
Amministratore unico della Capital Evo, che gestisce il One Gallery di cui è Direttore Generale, è Fernando Di Paolo. Fernando Di Paolo è titolare o socio di moltissime società nel campo dell’edilizia e dei marchi di abbigliamento, un immobiliarista che risulta sotto indagine alla procura di Chieti per abuso edilizio, in particolare per la costruzione abusiva di un resort su una spiaggia al confine con Pescara in cui non era possibile costruire perchè area naturalistica, poi posta sotto sequestro.
Proprio Trulli assieme a Fernando di Paolo, sono incappati nei panama papers, il fascicolo con l’elenco dell’offshore che permette di nascondere i propri soldi dai controlli statali. C’è chi crede che gli outlet siano la nuova frontiera del riciclaggio. Un riciclaggio avanzato al quale, vista la vicinanza di certi personaggi, c’è da chiedersi tuttora se San Marino abbia adeguati anticorpi.
Se si volesse dare una sferzata al cambiamento, quello vero e non solo delle parole, occorrerebbe chiarire questi argomenti che non sono da poco:
-ai collegamenti tra presidente BCSM e Lussemburgo
-all’apertura di società sammarinesi collegate con il Lussemburgo e con a capo rinviati a giudizio in Italia, nonché presunti evasori inseriti nei panama papers
-per quale motivo in cosi breve tempo (a ridosso tra un governo e l’altro) vi è tanto interesse per la realtà lussemburghese sul settore immobiliare e degli outlet, che, proprio in un periodo storico in cui è ampia la crisi finanziaria sammarinese (che è anche immobiliare) offre ampie sponde all’anonimato e attraverso il quale è ancora possibile far giungere delle somme per le quali, nella migliore delle ipotesi, non è possibile risalire all”origine, da dove vengano. Anche il gruppo Borletti, dell’outelt del polo del lusso, naviga ampiamente nell’anonimato lussemburghese.
Perchè su queste cose il governo prende tempo e si accontenta di parlare di schermaglie superficiali da 2 soldi? Perchè all’interpellanza, poi trasformata in interrogazione, che contiene tutti questi elementi non ci viene risposto?
La nostra preoccupazione non finisce qui: siamo venuti a conoscenza del nome del procuratore a San Marino per la Borletti Group. E se di questo metteremo a conoscenza la cittadinanza solo tra qualche tempo, lo facciamo per amor di patria.

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