Pier Giorgio Piselli, editoriale – L’Informazione di San Marino: Il sindacato che c’è Il sindacato che non c’e
(…) Da troppo tempo il sindacato sammarinese limita la sua presenza nelle aziende solo quando ci sono da rinnovare i contratti collettivi di categoria.
Da troppi anni le confederazioni sindacali privilegiano un rapporto triangolare di vertici, governo, industriali, sindacati.
Questa pratica non mobilita i lavoratori anzi li rende passivi, anche se questa politica ha avuto un merito, ha evitato ai lavoratori di cadere vittime del liberismo più selvaggio. Oggi il sindacato è un’organizzazione economicamente autonoma, che però si limita a pratiche di patronato. Se fosse anche presente nei luoghi di lavoro, potrebbe dire la sua sulle prospettive delle aziende, potrebbe rendere il lavoro meno ripetitivo e alienante. Potrebbe avere un proprio ufficio studi per studiare
le prospettive future dell’economia di questo paese. Nello stato sociale che ancora regge prossimamente ci sarà il problema delle pensioni per i tanti lavoratori frontalieri. E non solo. Per chi non lo sapesse due leggi fatte in passato, cioè l’istituto per la sicurezza sociale e la legge pensionistica, sono state elaborate da un ufficio studi di un sindacato che sammarinese non era. E solo dopo la politica le ha fatte proprie. Inoltre, avendo il sindacato mezzi economici, premia alcuni lavoratori facendoli diventare ex-lavoratori, portandoli a lavorare nel sindacato fino a quando non raggiungono l’età della pensione. E questo è diseducativo. (…)
