Il filone sammarinese del caso Vulcano, il primo che fece scoprire la presenza anche stanziale delle organizzazioni mafiose a cavallo tra la Riviera e San Marino, si chiude con un non luogo a procedre per intervenuta prescrizione.
Vulcano … spento. Prescritto il processo Vallefuoco
Antonio Fabbri
l filone sammarinese del caso Vulcano, il primo che fece scoprire la presenza anche stanziale delle organizzazioni mafiose a cavallo tra la Riviera e San Marino, si chiude con in non luogo a procedre per intervenuta prescrizione, senza che sia stato possibile affrontare nel merito la vicenda neppure in primo grado.
Va detto che il fascicolo ha avuto vicissitudini travagliate e, dopo essere passato di mano in mano in fase istruttoria dove le imputazioni a carico di alcuni imputati sono state dichiarate prescritte già in quella fase, anche nella fase dibattimentale ha incontrato diversi ostacoli.
A partire dalla carcerazione in Italia di alcuni imputati che, avendo diritto di partecipare al processo, hanno chiesto la possibilità di partecipare in videoconferenza, ma difficoltà tecniche, già registrate in altri procedimenti, lo hanno impedito.
Così si è arrivati ieri alla constatazione della prescrizione, intervenuta, secondo i calcoli, giusto, 11 ottobre.
Eppure i fatti sono gravi e sono quelli noti risalenti al periodo tra il 2009 e il 2011 che narrano di recupero crediti con metodi non ortodossi, truffe, minacce e altri reati legati alle azioni in zona condotte da soggetti che ruotavano intorno a Vallefuoco e Agostinelli e alle attività della cosiddetta “galassia Fincapital”.
Ai tre era contestato il reato di estorsione aggravata in concorso per gli noti episodi posti in essere ai danni dei fratelli Marco e Roberto Lo Giudice l’11 ottobre del 2010.
In quell’ occasione, questa era l’accusa, i tre posero in essere con violenza e minaccia atti diretti inequivocabilmente a far pagare ai fratelli Lo Giudice la somma di 70mila euro, come acconto relativo ai crediti che la società Fincapital vantava nei loro confronti.
I due fratelli, invitati presso la sede della finanziaria di Dogana, furono trattenuti contro la loro volontà in una stanza al piano terra dell’edificio. Qui Agostinelli fece presente ai due di aver rilevato lui i crediti della finanziaria e i tre li minacciarono affermando che, se non avessero ottemperato alla richiesta di pagamento, il giorno successivo si sarebbero recati presso l’officina dei Lo Giudice e avrebbero adoperato “altri sistemi per recuperare la somma”.
In seguito a questi fatti scattò la denuncia ed esplose il caso Vulcano che ha interessato, oltre a San Marino, diverse aule giudiziarie anche in Italia, giungendo anche a sentenza. In particolare i tre imputati il 26 ottobre del 2017 hanno visto confermate in Cassazione le condanne pronunciate dal tribunale di Rimini prima, e dalla Corte di appello di Bologna poi: Francesco Agostinelli (4 anni), Francesco Vallefuoco (4 anni e 6 mesi), Francesco Sinatra (4 anni), sentenza della suprema corte che tra l’altro confermò l’impianto accusatorio compresa l’aggravante del metodo mafioso.
Poi sono in piedi altri procedimenti legati all’attività di questo gruppo. Tra i procedimenti in piedi quello che a gennaio del 2018, ha visto condanne in primo grado a carico, tra gli altri, di Agostinelli e Sinatra, rispettivamente a 9 anni e a 9 anni e mezzo, per attività legate all’attività di spaccio in Riviera.
A Urbino, poi, Vallefuoco è imputato per tentata estorsione ai danni di un imprenditore, processo che proseguirà il 6 novembre prossimo.
Sul Titano, invece, è scattata la prescrizione.