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Riciclaggio processo Dezi: Una assoluzione, un proscioglimento, una prescrizione
Assolto il commercialista sammarinese Aldo Geri La vicenda riguardava il denaro della cosiddetta cricca delle bancarotte
Antonio Fabbri
Quando abbiamo avuto dubbi abbiamo segnalato. Si è chiuso con una assoluzione, una prescrizione e un proscioglimento il processo che vedeva contestato il riciclaggio delle somme della cosiddetta “cricca romana” delle bancarotte. L’assoluzione è stata disposta dal giudice Roberto Battaglino, che ha di fatto accolto le richieste del procuratore del fisco Roberto Cesarini, per il commercialista sammarinese, Aldo Geri. Il giudice lo ha assolto riconoscendo il difetto dell’elemento psicologico del reato, il dolo.
Anche il procuratore del fisco Roberto Cesarini aveva chiesto l’assoluzione con formula dubitativa, essendo emerso dal processo che Geri non fosse al corrente della provenienza illecita del denaro. Una decisione che, seppure favorevole, il legale del commercialista sammarinese, Gian Nicola Berti, potrebbe impugnare in appello, ritenendo che il proprio assistito dovesse andare assolto con formula piena e, anzi, “non doveva essere neppure disposto il rinvio a giudizio”, ha detto l’avvocato. “Non era corretto neppure supporre o instillare il dubbio della colpevolezza”, ha detto l’avvocato Berti che ha sottolineato come il suo assistito abbia anzi adempiuto a tutti gli obblighi antiriciclaggio vigenti all’epoca : “Ha effettuato la verifica dell’identità di chi operava; ha proceduto alla registrazione delle operazioni. Oltre a fornire contabili abbiamo fornito anche il famoso registro antiriciclaggio. In più ci sono state quattro segnalazioni delle operazioni sospette. Riteniamo non vi fosse alcun elemento di prova per rinviare a giudizio il dottor Geri, perché riteniamo che non vi fosse alcuna condotta che potesse giustificare un rinvio a giudizio”, ha detto il legale. Per gli altri due imputati il Procuratore del Fisco ha ritenuto che Walter Dezi fosse anche l’autore del reato presupposto e, all’epoca dei fatti, non punibile a titolo di autoriciclaggio, previsto dalla legge come reato solo successivamente.
Al cosiddetto “privilegio dell’autoriciclaggio” si è quindi richiamato anche l’avvocato di Dezi, Massimiliano Annetta, che ha ribadito il contenuto di due memorie già depositate e fatto riferimento ai processi romani della cricca delle bancarotte che indicano il Dezi come autore del reato presupposto. Il “dominus”, aveva sottolineato la Procura fiscale, della cricca delle bancarotte. Pf che ha sottolineato anche come i denari movimentati – dei quali nulla è rimasto sul Titano e non vi erano pertanto somme sotto sequestro in tale procedimento – fossero tuttavia di accertata provenienza illecita, Il Pf ha infatti ritenuto come fosse individuabile la responsabilità del prestanome, il terzo imputato, Modestino Tartaglione. In tale caso, però, la sua attività era ritenuta circoscritta al periodo tra il 2009 e il 2010. In quegli anni la legge vigente prevedeva l’applicazione della pena più favorevole al reo tra quella prevista per il riciclaggio e quella per il reato presupposto. Applicando quest’ultima, più favorevole, si è spostato anche il termine di prescrizione, maturata nel dicembre del 2016. Il difensore di Tartaglione, l’avvocato Daniele Cerubini, aveva dal canto suo sostenuto non esserci, fa parte del suo assistito, la consapevolezza della provenienza illecita del denaro “L’inavvedutezza e la superficialità – ha detto citando una recente sentenza in materia – non bastano per integrare la fattispecie di riciclaggio nella quale il dolo ha una funzione costitutiva”. In subordine lo stesso legale aveva chiesto di pronunciare la prescrizione.
In accoglimento delle tesi del Procuratore del fisco, il giudice Roberto Battaglino ha quindi deciso per una assoluzione con formula dubitativa, un proscioglimento ed una prescrizione.
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