Da L’informazione di San Marino di martedì 9 giugno: Valentini si difende:
“Bonifico Bcs, la mia
fu una richiesta
di informazioni.
(…) Con tutto il rispetto, Segretario,
la sua replica parte da una
premessa errata. Non è infatti il
giornale a sostenere chi sollecitò
il bonifico, bensì Gumina che
testualmente dice ai magistrati
e sotto giuramento: “Una mattina
ricevetti una telefonata dal
direttore Giannini il quale mi
riferì che il Segretario Valentini
aveva sollecitato la restituzione
di una somma già richiesta ai
commissari straordinari dalla
dott.ssa Stefania Gatti (…)”.
Poi
è sempre Gumina a dire che, a
operazione conclusa, venne avvertito di nuovo il Segretario di
Stato alle Finanze.
Quello che può imbarazzare, ma
è ovvio che l’imbarazzo è demandato
alla sensibilità di ciascuno,
è da un lato il fatto che le
dichiarazioni che Gumina fece
in Consiglio il 14 marzo 2012,
sono sostanzialmente diverse da
quelle che ha reso poi ai magistrati.
Tuttavia all’epoca, chi era
a conoscenza di come fossero
andate effettivamente le cose,
non batté ciglio. Dall’altro lato
motivo di imbarazzo è il fatto
che lo stesso interessamento e
la stessa solerzia che ci furono
per quello specifico bonifico,
poi risultato relativo a fondi
neri (vedi a lato), non vennero
usati per le altre numerose
richieste di fondi che rimasero
bloccati, nonostante ne fosse
stato demandato il trasferimento
prima del blocco e nonostante
le numerose proteste che si sollevarono
all’epoca.
Quanto alla denigrazione personale,
non esiste. Ma la volontà
di dare notizie, quella sì. E questo,
è vero, a volte un poco ci
imbarazza, perché quello di cui
dobbiamo dare conto e che ultimamente
troviamo scritto nelle
carte processuali, ascoltiamo
nelle dichiarazioni, riscontriamo
nei fatti, supera ogni immaginazione (Da L’informazione di