San Marino. Rally Legend, otto a giudizio; archiviata posizione di Enrico Bonaso

San Marino. Rally Legend, otto a giudizio; archiviata posizione di Enrico Bonaso

L’Informazione di San Marino

Tragedia al Rally Legend del 2016: otto a giudizio 

Archiviata la posizione del pilota Enrico Bonaso La perizia ha accertato che agì in modo corretto

Antonio Fabbri

“Se non fosse che ci sono stati un morto e dei feriti per i quali siamo grandemente dispiaciuti, dovremmo dire che siamo soddisfatti”. Così commenta l’avvocato Carlo Covi, legale di Enrico Bonaso, indagato per il tragico incidente al Rally Legend di due anni fa e che, in questi giorni, ha visto l’archiviazione, da parte del Commissario della Legge, delle contestazioni inizialmente mosse a suo carico. Era stata disposta una perizia d’ufficio che ha accertato come la condotta di guida del pilota sia stata corretta, tenuto conto che si trattava di una gara sportiva di velocità.

La perizia ha dunque accertato che la condotta del pilota non è stata anomala o caratterizzata da imperizia o negligenza nell’ambito della gara. “L’area dove si trovavano le persone era delimitata da una bandella verde – afferma l’avvocato Covi che a sua volta è anche un appassionato rallysta – e anche le persone che si trovavano lì, la persona deceduta e i feriti, erano convinti che in quel luogo si potesse stare, che lì ci fosse lo spazio riservato al pubblico. Diversamente – aggiunge – la bandella sarebbe dovuto essere rossa. Dispiace che dalla prima ora la direzione della gara abbia indetto una conferenza stampa parlando di imperizia del pilota, il che ha impedito di incanalare da subito il procedimento in una visione normale dell’accaduto”, ha detto l’avvocato Covi.

 Disposto il rinvio a giudizio, invece, per otto persone: tre commissari di percorso, quattro componenti l’equipaggio della safety car e di chi aveva allestito la prova speciale. Per la morte di Enrico Anselmino e le lesioni nei confrotni dei feriti, tra cui la moglie e il figlio del 57enne astigiano, i fatti contestati, vedono quindi la mancata adozione delle prescrizioni del piano di sicurezza, oltre al fatto di non aver provveduto a far allontanare il pubblico nel giro di controllo pre-gara. Poi l’accusa è di aver invertito il posizionamento di una bandella verde con la dicitura “zona consentita al pubblico” con quella rossa che invece indica la “zona vietata”.

La data del processo è ancora da fissare.

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