San Marino. Referendum confermativo, i Garanti si riuniscono in videoconferenza

San Marino. Referendum confermativo, i Garanti si riuniscono in videoconferenza

Referendum confermativo, i Garanti si riuniscono in videoconferenza

Si è svolta ieri mattina, in condizioni di non poca difficoltà, l’udienza del Collegio garante di costituzionalità delle norme chiamato a decidere sull’ammissibilità del referendum confermativo delle recenti norme approvate in Consiglio Grande e Generale, che hanno stravolto composizione e funzioni – con una modifica di legge qualificata e due interpretazioni autentiche – in seno al Consiglio giudiziario, l’organo di autogoverno della magistratura sammarinese. Innumerevoli le difficoltà tecniche. L’udienza sarebbe dovuta incominciare alle 10 e 30 e si è invece aperta alle 12.

Presenti fisicamente a Palazzo Pubblico, per il Comitato promotore presieduto da Fabrizio Perotto, gli avvocati Enrico Carattoni ed Orietta Berardi e, in videoconferenza, il professor Alfonso Celotto, in collegamento da Roma. Per il Comitato contrario, che annovera tra le sue fila diversi consiglieri di maggioranza, erano fisicamente presenti l’avvocato Alberto Selva e il legale rappresentante del Comitato stesso, l’avvocato Gian Nicola Berti.

Singolare che Berti, tra l’altro, sia pure legale dell’ex magistrato dirigente del tribunale Valeria Pierfelici, sui cui procedimenti in corso incideranno le modifiche di legge approvate in Consiglio, stando a quanto rilevato peraltro più di una volta anche durante il dibattito consiliare che ha portato al varo delle modifiche normative che stravolgono l’organo di autogoverno della magistratura unite a delle discutibili interpretazioni autentiche.

Per il Collegio Garante, invece, era presente fisicamente il Giudice Kristina Pardalos, mentre collegati in videoconferenza c’erano il Presidente, Giovanni Nicolini, il membro effettivo Giuseppe De Vergottini, e il membro supplente Victor Crescenzi.

Innumerevoli le difficoltà per una udienza che, tra l’altro, dovrebbe essere pubblica. Proprio per tali difficoltà i proponenti avevano chiesto più volte, la scorsa settimana, di poter rinviare la trattazione, essendo tra l’altro sospesi i termini alla luce dei Decreti legati all’emergenza coronavirus.

Nel merito, comunque, le parti hanno presentato anche corpose memorie scritte per agevolare la trattazione.

Nello specifico la questione che è chiamato a decidere il Collegio Garante è se il referendum confermativo proposto sia ammissibile.

Il quesito è semplice e chiede ai cittadini la conferma delle Leggi Qualificate approvate di recente che incidono su composizione e funzioni del Consiglio Giudiziario. Nella sostanza i promotori sostengono che, tra le materie sottoponibili a referendum confermativo, ci siano quelle riferite a organi e organismi afferenti poteri fondamentali dello Stato. E’ evidente per i proponenti che il Consiglio giudiziario, organo di autogoverno del potere giudiziario, rientri tra questi. Per i proponenti, insomma la Legge Qualificata che si intende sottoporre a conferma, fa riferimento ad un potere, ad un organo di autogoverno e tutela della magistratura, che trova fondamento nella Dichiarazione dei Diritti e le Leggi Qualificate sono quelle leggi che regolamentano funzionamento degli organi costituzionali.

Il Comitato contrario, in maniera molto scolastica, sostiene invece che, poiché l’organo non è citato nella Dichiarazione dei Diritti, il referendum confermativo sulla Legge Qualificata non sarebbe ammissibile. Il punto trattato, tuttavia, non è solo quello del merito. Se infatti il referendum venisse dichiarato ammissibile, si dovrebbero aprire i termini per la raccolta firme. Problema sollevato anche dai proponenti. Il Presidente Nicolini ha così chiesto durante l’udienza alle parti anche di esprimersi su questo impasse. Anche perché sarebbe impossibile, per i promotori, procedere alla raccolta firme senza violare i Decreti in materia di emergenza Covid-19 Attualmente, tra l’altro, anche il Collegio Garante ha con Decreto stabilito le ferie giudiziarie per il periodo dell’emergenza.

La questione, insomma, oltre che di ordine giuridico, è anche di ordine pratico e di salute pubblica.

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