San Marino. Referendum, polemiche sul manifesto contro l’aborto

San Marino. Referendum, polemiche sul manifesto contro l’aborto

 

Sono bastate poche ore di campagna elettorale sul referendum sull’aborto a San Marino per infuocare il dibattito pubblico e scatenare un mare di polemiche.

Protagonista il manifesto elettorale affisso  in tutto il territorio dal comitato per il no ‘Uno di noi’, che vede come protagonista un bambino con la sindrome di Down e la domanda: “Io sono un anomalia, per questo ho meno diritti di te?“.

Centinaia le posizioni critiche affidate a Facebook da semplici cittadini e non solo. Anche tanti politici di diversi partiti hanno stigmatizzato la scelta di foto e testo usate dai contrari. Tra loro anche esponenti del Pdcs, partito che sostiene il No al referendum, guidati dal Segretario di Stato per il Lavoro Teodoro Lonferini: “La strumentalizzazione di questo messaggio è totalmente inopportuna – scrive sul proprio profilo – e ne prendo completamente le distanze! Io sono per i momenti referendari e di confronto su temi così delicati e fondamentali per una comunità come la nostra e per tante ragioni sono anche il tutore di determinati principi non negoziabili ma, non con questi mezzucci. Io dico SI alla vita ma No a questi strumenti”. Quindi un’autocritica come politico: “La politica doveva legiferare prima se voleva evitare la bagarre tra un si e un no così non approfondimento per la materia”.

Il consigliere Dc Alice Mina parla di “manifesto di una insensibilità pazzesca” mentre la collega di partito Francesca Civerchia, riferendosi al protagonista del manifesto, scrive: “Questo è un bimbo come tutti gli altri. E come ogni bimbo non deve essere usato, per nessuna ragione”.

Critiche sono state palesate anche da molti consiglieri favorevoli al referendum. Matteo Zeppa di Rete parla di una immagine “di una crudeltà indicibile” mentre la collega Daniela Giannoni si rivolge direttamente al comitato contrario: “Dovreste vergognarvi per aver strumentalizzato la disabilità, dovreste vergognarvi per le falsità che dite nei vostri messaggi (mai e poi mai si potrà abortire al nono mese)”. Il presidente di Rete Paolo Rondelli parla di manifesto “disgustoso”.

Sopra il facsimile della scheda elettorale con cui i sammarinesi, domenica 26 settembre, sono chiamati ad esprimersi.

 

Per Matteo Rossi, Npr, “le immagini raccapriccianti utilizzate a supporto della campagna referendaria contro la depenalizzazione dell’aborto e contro l’interruzione volontaria di gravidanza, che da ieri hanno infestato le nostre piazze, resteranno nella memoria del Paese come il più grande atto di inciviltà che si sia mai visto in Repubblica dai tempi dell’inquisizione, della messa al rogo delle donne, della caccia alle streghe, serve del demonio. Cosa che tra l’altro da noi non è mai avvenuta. Mai viste da noi queste bestialità”. Da Libera Dalibor Riccardi grida il proprio “sdegno augurandomi – scrive – che venga rimosso quanto prima dalle nostre strade perché il nostro paese merita di più. Vergogna”.

Il consigliere indipendente Rossano Fabbri chiede di “rimuovere questa aberrazione” e invita l’autorità a chiarire “agli ideatori della puerile iniziativa il confine della decenza e del rispetto degli altri, specialmente se soggetti più deboli”.

Ma a testimoniare indignazione sono anche coloro che convivono quotidianamente con soggetti disabili. Ad esempio Barbara Frisoni, presidente di Special olympics San Marino, che parla di “un manifesto che fa grossi danni alla nostra comunità” e annuncia di essere pronta a muoversi “nelle sedi opportune perché questo messaggio butta nel bidone il lavoro che noi facciamo da decenni, perchè la nostra mission è proprio fare in modo che persone con disabilità non si sentano né diverse, né persone ANOMALE”.

Molto condiviso sui social anche il messaggio di una mamma di un ragazzo sammarinese con sindrome di Down, che chiede di togliere il manifesto dato che contiene “un bruttissimo messaggio. Ci fa tornare indietro, ci toglie tutto il lavoro che abbiamo fatto, non solo alle famiglie ma a tutte le associazioni e federazioni che tanto hanno fatto”.

Il comitato contrario Uno di noi, interpellato, fa sapere che risponderà pubblicamente con una nota nelle prossime ore.

Nel frattempo a rispondere alle critiche sui social è il parroco di Borgo Maggiore don Marco Scandelli: “Anomalia. Parola che se la si usa in un questito a favore dell’aborto, nessuno si indigna. Se la si usa in modo polemico per sottolinearne l’assurdità in un manifesto a favore della vita e della inclusione, tutti a dire: “che schifo”. Il mondo gira proprio al rovescio”.

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