Come sono lontani i tempi in cui RETE, forza politica orgogliosamente di opposizione, animava i social e le sedute del Consiglio Grande e Generale con insulti, minacce, atteggiamenti folcloristici per irridere la politica tradizionale e porsi – anche visivamente – in modo diverso rispetto agli altri partiti.
Negli ultimi anni questa forza politica ha avviato la marcia di avvicinamento al modello Democrazia Cristiana: celebre la performance con bandiera rossa cantata insieme al segretario della DC Venturini e le bicchierate notturne con gli esponenti della DC che hanno portato alla ricostruzione del governo PDCS – PSD – PSS con l’avvallo di Rete.
La trasformazione da lista civica a partito in stile classico (con tanti funzionari politici pagati grazie al contributo pubblico, amici sotto contratto del governo, una bella sede patinata, ecc.) si è così compiuta.
Repubblica Futura non ci vede nulla di particolarmente strano se non fosse che RETE si è sempre dichiarata orgogliosamente contraria al sistema di cui oggi fa parte a pieno titolo ma che provoca qualche mal di pancia ai suoi aderenti.
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