San Marino. “Rete semina vento e raccoglie tempesta”. Approvato lo spoil system

San Marino. “Rete semina vento e raccoglie tempesta”. Approvato lo spoil system

Rete semina vento e raccoglie tempesta e intanto si approva lo spoil system

Abntonio Fabbri

L’occupazione politica dei ruoli apicali degli enti a partecipazione statale viene codificata con l’articolo 4 dell’assestamento di bilancio, quello legato al tema dello spoil system, alla fine del dibattito approvato dalla maggioranza, così come il superamento del tetto dei 100mila euro nella Pa con l’introduzione della retribuzione di risultato.

Ma è sullo spoil system che si consuma lo scontro. Libera ha proposto un emendamento interamente soppressivo, dal Governo invece arrivano alcune modifiche rispetto all’iniziale stesura. “Siamo contrarissimi alle modalità ghigliottina con cui viene applicato – attacca Eva Guidi (Libera) -. Un’operazione che io quasi chiamerei epurazione”. “Questa – replica il Segretario di Stato Luca Beccari – è una norma che continuerà a produrre effetti e verrà applicata da chi viene dopo di noi. Nel rispetto della rappresentatività degli organismi direttivi, deve comunque riflettere quella che è la composizione dell’assetto politico del Paese nel momento in cui si considera”. Luca Boschi (Libera) parla di “attitudine al non voler far prigionieri” che è “scivolosa e preoccupante”. “E’ possibile – domanda Francesco Mussoni (Pdcs) – che il Governo possa avere attorno a se organi amministrativi nominati da un precedente Governo?” Secondo Pasquale Valentini (Pdcs) “la fiducia non può prescindere da questo valore della competenza”. “Bisognerebbe poi – aggiunge – vedere quanto quei Cda hanno influenza sui dirigenti di quelle società”. “Il sistema dello spoils system calato nella nostra realtà servirà solo a creare dirigenti asserviti alla maggioranza” rimarca Sara Conti (Rf). Per il Segretario di Stato Roberto Ciavatta è “assurdo dover aspettare anni per riequilibrare organismi strategici”. 

Ma le scintille arrivano in conclusione di dibattito tra Matteo Ciacci (Libera) e Rete a proposito della figura del professor Gianfranco Vento. “I membri di Rete avevano affermato che il signor Vento aveva problematiche e non era il caso di nominarlo nel Cda di Cassa di Risparmio. In quella circostanza la nomina era stata chiesta a Rete, e Rete ha detto: Vento non possiamo nominarlo. Mi sembra di aver capito che Gianfranco Vento verrà nominato amministratore delegato di Cassa di Risparmio ed è interessante anche questo. Mi piace dire le cose come stanno. Se si voleva fare un bel lavoro, si poteva ragionare del principio dello spoil system in ogni ambito. Partire solo dai Cda significa avere altri obiettivi e non andare a concretizzare concetti che ritengo validi in ambito generale”.

“Il professor Vento non è stato nominato in Cassa di Risparmio perché è stato nominato da un’altra parte, ma nel Veicolo pubblico di Segregazione – ribatte Paolo Rondelli (Rete) – Perché mai non avremmo dovuto nominare una persona che era già stato nominato nel medesimo organismo?”. Poi ha aggiunto con la provocatoria e paternalistica flemma che lo contrddistingue: “Sono ragazzi e bisogna avere pazienza. A volte è anch bene tollerare queste intemperanze giovanili perché si spera che questi giovani esuberanti arrivino a miti consigli, meditano sulla bontà della loro azione, se questa sia un bene per il paese, o se sia invece un modo per destare ascolto a un microfono nel peak time delle cinque e tre quarti del pomeriggio”.

“Saremo anche giovani – ribatte Luca Boschi – ma nella scorsa legislatura noi c’eravamo e lei no. La maggioranza dell’epoca voleva lasciare un membro all’opposizione, Rete e Dc non si erano messi d’accordo, noi abbiamo proposto di rinnovare incarico al dottor. Vento, alcuni consiglieri di Rete erano venuti a dire che la nomina non era opportuna”.

E mentre il botta e risposta al microfono tra Rondelli e Boschi si consumava, il distanziamento sociale tra Ciacci e Matteo Zeppa, intervenuto a dar man forte al presidente del suo movimento, si riduceva fino quasi ad arrivare al contatto. Di certo le reciproche urla sono entrate pure nel microfono e si sono ascoltate via radio, mentre il Reggente Alessandro Mancini ha avuto un bel daffare a riportare la calma, costretto addirittura a minacciare la sospensione della seduta: “Calma… calma… che manca ancora un giorno”, ha detto. Poi suonato la campanella e ha avvertito: “Consiglieri, non costringetemi a sospendere la seduta”.

E pensare che c’era chi pensava che il post-covid ci avrebbe reso migliori.

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