Grazia Zafferani, membro del movimento civico Rete, interviene a proposito della questione delle infiltrazioni e sedimentazioni mafiose all’interno di San Marino. L’articolo di oggi su L’Informazione di San Marino, del giornalista Antonio Fabbri, sempre sullo stesso argomento, ha probabilmente incitato la Zafferani a prendere una posizione chiara rispetto a tale problema, che quotidianamente emerge in tutta la sua forza e drammaticità.
A questo punto è naturale chiedersi come questa organizzazione si autofinanzi. Come è noto, la mafia accumula denaro, lo ricicla e lo investe. Basti pensare che cento miliardi di euro raccolti ogni anno con il “pizzo” (escluso il fatturato delle mafie straniere), vengono investiti nel nord Italia e nei mercati stranieri attraverso banche, società finanziarie e casinò. E’ facile comprendere come ciò condizioni anche la credibilità degli investimenti, scoraggi gli imprenditori e favorisca indirettamente la disoccupazione. In tali circostanze diventa difficile, se non impossibile, intraprendere un’attività. Le banche non concedono prestiti e il rischio di alimentare l’usura aumenta in maniera esponenziale.
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