San Marino. Riferimenti in Commissione smentiti da archiviazione accuse verso ex giudice Guidi

San Marino. Riferimenti in Commissione smentiti da archiviazione accuse verso ex giudice Guidi

L’informazione di San Marino

L’archiviazione delle accuse verso l’ex giudice di appello smentisce i riferimenti in Commissione

Antonio Fabbri

La vicenda del professor Guido Guidi trattata in Commissione affari di giustizia, dove l’ex Dirigente Valeria Pierfelici accusava l’ex giudice di appello per gravi comportamenti, è sfociata in un esposto della stessa ex Dirigente sul quale ha indagato il Commissario della legge Morsiani, fino all’archiviazione del luglio scorso. Nell’ambito di quel procedimento sono entrati anche i verbali della Commissione Affari di Giustizia, quelli del Consiglio Giudiziario oltre ad integrazioni della denunciante.

Nei sei mesi di indagine, dopo l’acquisizione di documenti, l’audizione di denunciante e denunciato e di diversi testimoni, l’inquirente ha appurato che nessuna delle accuse mosse a Guidi era fondata, archiviando il procedimento che era stato aperto per il “combinato disposto degli artt. 50, 181 c.p., comma primo, art. 90, comma primo, n. 2, c.p. (minaccia aggravata dall’abuso di autorità), e 376 c.p. (abuso di autorità) ovvero 391 c.p. (usurpazione di funzioni pubbliche)”. 

Dal provvedimento di archiviazione (del quale, per ragioni di spazio, daremo più compiutamente conto nei prossimi giorni, ndr.) emerge dunque che quanto riferito in Commissione, che aveva dato origine a tutta la vicenda politica sfociata anche nel famigerato comunicato del “colpo di Stato”, non era fondato.

Tra le accuse vagliate c’era quella, riportata a pagina 8 del verbale della Commissione Affari di Giustizia del 30 ottobre 2017 (vedi sopra) secondo cui “ll Magistrato Dirigente precisa che il prof Guidi ha minacciato il Cancelliere (…) il Cancelliere avrebbe dovuto denunciarlo”. E’ lo stesso provvedimento di archiviazione a riportare anche la testimonianza del Cacelliere. Testimonianza nella quale il Cancelliere categoricamente afferma: “…escludo di avere subito minacce o pressioni indebite da parte del Prof. Guidi. Per quanto mi risulta questo non è accaduto nemmeno nei confronti del personale di Cancelleria. Certamente è accaduto che nel lamentarsi per la situazione il prof Guidi abbia più volte minacciato di avviare azioni in varie sedi rispetto ad un trattamento che riteneva illegittimo. In nessuna occasione ho percepito l’intenzione di azioni e reazioni dirette a me o al personale di cancelleria”.

L’inquirente, quindi, sulla base di documenti e testimonianze raccolte, non ha ravvisato né minaccia, né abuso di autorità, né usurpazione di funzioni pubbliche e neppure la volontà di ostacolare, attraverso i ricorsi amministrativi di Guidi, il percorso giudiziario del “conto Mazzini”, come invece  era stato paventato in Commissione affari di giustizia. Si legge infatti nell’archiviazione: “una volta che gli accertamenti abbiano escluso la fondatezza delle ipotesi di reato espressamente iscritte a carico del Prof. Guido Guidi, è da aggiungere che, allo stato, non sono emersi ulteriori elementi atti a far ritenere che sussistano responsibilità, penalmente rilevanti, a carico del medesimo Prof. Guidi in relazione alle ulteriori circostanze oggetto di esposto (…) Anzi, a tal proposito, dichiarazioni testimoniali raccolte inducono ora ulteriormente a rilevare l’assenza di elementi che facciano intendere che, tramite un’attività ostruzionistica rispetto al reclutamento di un nuovo Giudice d’appello) il Prof. Guidi possa aver in alcun modo consapevolmente operato in modo da produrre come fine quello della “prescrizione” di procedimenti relativi a presunti amici”, dice il provvedimento di archiviazione. Ora, stando così le cose, viene da chiedersi su cosa si sia basato il teorema e del “colpo di Stato”

 

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