San Marino. Segretazione e segregazione, Antonio Fabbri

San Marino. Segretazione e segregazione, Antonio Fabbri

L’Informazione di San Marino

Segretazione e segregazione

Antonio Fabbri 

Bisognerebbe segregarli più spesso. Se l’esito delle notti insonni è quello che è poi scaturito dal Consiglio del bilancio, chiuso nella serata di giovedì, la seduta “segretata” dovrebbe lasciare il posto a quella “segregata”. In fondo basterebbe cambiare una lettera per istituzionalizzarla. Un’inezia. Come evidentemente, a volte, riprendere a fare politica è questione di dettagli e, dallo scontro all’incontro delle famigerate convergenze parallele, il passo può essere pure breve ed evitare di fare perdere il sonno. Si è così vissuto, dall’inizio della legislatura, forse il primo momento di confronto politico serio e, pure tra i pro e i contro, tra le critiche e i sostegni, i risultati si sono visti. Magari ci sarà pure chi non li condivide, ma gli emendamenti concor- dati e quelli accolticome la residenza ai lavoratori frontalieri, la promozione del turismo matrimoniale anche per coppie dello stesso sesso, l’impegno per l’introduzione del reato di corruzione privata, il piano pluriennale per la riduzione della spesa corrente, solo per citarne alcuni – non sono decisioni di poco conto.

Eppure non era partita troppo bene: nella prima fase di scontro, con l’opposizione a intervenire su tutto l’intervenibile e la maggioranza ad ascoltare senza replicare ma votando compatta contro gli emendamenti della minoranza. Nella seconda fase, ancora interventi ed emendamenti dell’opposizione che hanno visto qualche intervento in più dalla maggioranza, ma sempre il muro della contrarietà agli emendamenti dalla minoranza. Poi si è cominciato a far tardi, con il rischio incombente di dover far Natale a Palazzo.

Ma soprattutto qualcuno deve aver cominciato a pensare che far politica non è dare scornate contro un muro da un lato, né murare le capocciate dall’altro. E allora magari l’aria frizzante della notte rimirata dal terrazzino del Pubblico Palazzo ha tirato fuori dalle menti un po’ obnubilate dalle tante ore in bianco, la soluzione che avrebbe risparmiato in tutti questi mesi tanto becerume: il confronto e l’intesa. E’ durata il tempo di un Ufficio di presidenza la discussione che ha portato al ritiro di emendamenti e alla condivisione su altri.

Così, fra un trucco disfatto e una cravatta allentata, fra una giacca stropicciata e le occhiaie evidenti, i capelli scompigliati e gli irrompenti sbadigli, si è andati via lisci e celeri. Bravi tutti.

Resta una domanda: era davvero necessario perdere tutto quel tempo prima? Forse sì, perché il lume della concordia nasce dal travaglio della ragione.

Buon Natale.

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