San Marino si avvia allo scontro sociale

San Marino si avvia allo scontro sociale

La classe dirigente  della Repubblica di San Marino sta facendo precipitare il Paese verso lo scontro sociale per salvaguardare fino all’ultimo quel sottobosco politico affaristico che è stato ed è  il  primo suo impegno da oltre un decennio, come finisce per ammettere anche Fixing, il giornale degli industriali sammarinesi.

Corre voce, ad esempio,  che, per reperire nuove entrate, verrà introdotto un prelievo straordinario Igr senza prima varare  una riforma fiscale che faccia  emergere  tutti i redditi, dei singoli soggetti, comunque e dovunque prodotti.

In un Paese  con un normale livello di vigilanza democratica, scoppierebbe la rivoluzione.

La classe dirigente anziché preoccuparsi di varare una trasparenza vera che potrebbe essere  una cura di grande effetto e verso l’esterno e all’interno,  continua a furbacchiare, con conseguenze disastrose,  e verso l’esterno e all’interno.

Ha fatto colpo, all’esterno,  il giudizio di Tremonti: “andate a prendere in giro qualcun altro”.

All’interno, il giudizio non può
essere diverso.

La classe dirigente, per non avere noie, dopo aver salvato il
sottobosco politico affaristico col paravento delle fiduciarie, rimanda la
riforma fiscale a chissà quando.

Come rimanda a chissà quando – con l’artificio
di tirare in ballo anche chi è in regola
-, un minimo di giustizia nelle
intestazioni a catasto. 

Come rimanda a chissà quando
l’elaborazione di un progetto minimo di sviluppo dell’economia, oppressa dalla black list di cui al decreto incentivi e, a breve, anche dalla
super black list della manovra aggiuntiva (rapporti
professionali
, appalti pubblici).

 

 

 

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