‘Il 2016 sarà l’anno della ripresa’ affermano all’unisono i Segretari di Stato. Scettico Simone Celli, consigliere del Ps, che in una nota odierna sostiene come ‘avrebbero dovuto esserlo anche il 2014 e il 2015 ed invece gli indicatori
macroeconomici segnalano che la tendenza recessiva è proseguita anche
nell’ultimo biennio’.
Confido che il Governo abbia ragione e che questa possa effettivamente essere la volta buona. Sono passati oltre tre anni dal successo elettorale di Bene Comune e la legislatura si sta avviando verso la sua fase conclusiva, per cui o i risultati arrivano adesso oppure il fallimento sarà totale. Non nascondo un certo scetticismo verso la politica degli annunci e degli slogan che ha caratterizzato l’azione di una compagine di governo che ad oggi ha mostrato grosse lacune sul piano della crescita economica e del rilancio occupazionale. Polo della moda a parte, non ci sono riscontri positivi rispetto all’insediamento di altri progetti imprenditoriali di alto livello e di respiro internazionale. Ciò accade perché manca un reale progetto di sviluppo che miri a rendere competitivo il sistema economico sammarinese in un contesto globale dove non è più sufficiente puntare soltanto sul differenziale fiscale. La legge in materia di sviluppo e i successivi decreti attuativi hanno sicuramente delineato un timido passo in avanti nella direzione di far diventare San Marino più attraente e accogliente nei confronti di investimenti e capitali esteri. Ma non basta.
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