San Marino. Sulla lapide per la visita del Papa. Patriza Cupo, Corriere Romagna San Marino

San Marino. Sulla lapide per la visita del Papa. Patriza Cupo, Corriere Romagna San Marino

Patriza Cupo di  Corriere Romagna San Marino:  Incidente diplomatico. Il blocco di marmo celebrativo della visita di Ratzinger restituito al marmista per ordine dell’esecutivo   / Lite governo-rettore per la targa del papa /  Commissionata dal responsabile della Basilica, il congresso (che deve pagare) non gradisce

SAN MARINO. Il governo “litiga” col rettore della Basilica per la targa in onore alla visita del papa: la questione approda in commissione monumenti. Gli screzi di Palazzo con monsignor Lino Tosi non sono rari: non andò giù quella volta che spostò la Corale per le cerimonie ufficiali o quando, il primo ottobre scorso per l’insediamento della Reggenza, le poltrone riservate ai Capi di Stato erano state spostate in barba al rigido protocollo cerimoniale. 

 L’ultima “frattura ” diplomatica risale a qualche giorno fa. Deciso – tutti d’accordo, compreso il congresso di Stato – di predisporre una targa a ricordo della visita di Benedetto XVI a San Marino e che sarebbe stata affissa in Basilica, l’enorme effige è stata recapitata a Palazzo direttamente dagli operai del marmista: «Dove la mettiamo? Qui c’è la fattura». La targa, grande oltre un metro per un metro in marmo rosa, riporta gli stemmi della curia e ripercorre in maniera analitica ogni spostamento del Santo Padre il 19 giugno scorso. Dalla messa allo stadio di Serravalle («numerosissimi i fedeli », riporta il documento in marmo), al momento di preghiera in Basilica («felicemente rinnovata al suo interno», specifica la lapide). Inoltre, alla consegna della targa, non è mancata la raccomandazione a un nuovo imbiancamento della chiesa, così da far risaltare il colore del pregiato marmo usato. Tanta perizia e la “dimenticanza ” di coinvolgere le istituzioni sammarinesi nel confezionamento del ricordo, hanno fatto storcere il naso al governo (chiamato, inoltre, a pagare) che, di petto, ha fatto notare come una targa così grande e visibile non potesse essere affissa al monumento della Basilica senza il nulla osta della commissione apposita. E anche al suo interno, pare che non via sia unità di intenti: la pratica scivolerà alla prima riunione utile e probabilmente sarà decisivo il voto del giovane presidente (espressione di Alleanza popolare), Alex Righi. Ma le fattezze della targa, secondo quanto trapela dalle indiscrezioni del Palazzo, sarebbero solo l’ultima delle decisioni prese dal rettore della Basilica in piena libertà e che non hanno sortito l’entusiasmo delle istituzioni. Tra tutte, le deroghe al protocollo cerimoniale: nella storia delle “gaffe” rimane storica il posto “dimenticato” per i sindaci di governo in una delle recenti cerimonie di Stato in Basilica (per la cronaca, i sindaci dovettero sedersi tra i consiglieri), o ancora poco andò giù lo spostamento della Corale del Titano dalla zona dell’abside a quella laterale, in realtà destinata – da protocollo – ai comandanti delle forze dell’ordine. O ancora, le poltrone dei Capi di Stato. Nel corso dell’ultimo insediamento (quello dei Capitani Reggenti Gabriele Gatti e Matteo Fiorini), alle massime istituzioni del Paese il rettore aveva riservato due posti che, a differenza di quanto imposto, offriva una visuale più nascosta al pubblico.  

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