Malavita organizzata a San Marino? Da vent’anni. La Tribuna Sammarinese

Malavita organizzata a San Marino? Da vent’anni. La Tribuna Sammarinese

Giuseppe Maria Morganti di La Tribuna Sammarinese: Rinviata causa neve la riunione della Commissione Affari di Giustizia, ma l’attenzione resta alta / Criminalità organizzata con radici da almeno vent’anni a San Marino / Nei rapporti degli inquirenti anche inchieste di cui non si è mai avuta notizia: cosa impedisce al sistema di fare emergere il lavoro di magistrati e forze di polizia?

 

Causa neve è stata rinviata a data da destinarsi l’audizione del Magistrato Dirigente, Valeria Pierfelici, presso la Commissione Affari di Giustizia prevista per oggi pomeriggio. La Commissione, chiamata a decidere se procedere o meno nell’azione di sindacato nei confronti del Commissario della Legge, Manlio Marsili, è stata allertata dopo la decisione del magistrato penale di appello, David Brunelli, di riaprire il caso delle denunce avanzate da Vitalucci nei confronti dei guardiaspalle di Marco Bianchini, Bruno Platone e Riccardo Ricciardi. Il caso si è trasformato in una bomba a orologeria nel momento in cui la Procura di Rimini ha autorizzato gli arresti conseguenti l’indagine ‘Criminal Minds’. “Mentre Rimini agiva, San Marino archiviava”, pare questo un messaggio micidiale per misurare la capacità di reazione delle istituzioni sammarinesi rispetto ai fenomeni di criminalità organizzata che ormai mostrano le loro ramificazioni in numerosi settori dell’economia coperti dal ‘gioco’ delle finanziarie. Secondo la tesi di Brunelli, Marsili per otto mesi non avrebbe dato seguito a nessuna azione per verificare la fondatezza delle accuse di Vitalucci e quindi, una volta passata la pratica alla Polizia Giudiziaria, per altri otto mesi non ci sarebbe stata nessuna reazione, fino al momento in cui, con parere positivo del Procuratore del Fisco, la pratica sarebbe stata archiviata. In questo caso il meccanismo della giustizia nella fase inquirente si è sicuramente inceppato. Il rischio è però quello di individuare un capro espiatorio, pensando così di risolvere l’intero problema della giustizia, rinunciando a capire che la situazione è ben più complessa e pare essere sfuggita di mano. Presso il Tribunale e presso le forze di polizia sono infatti numerose le pratiche aperte sui casi che coinvolgono la criminalità organizzata.

Fonti autorevoli affermano che il fenomeno ha messo radici a San Marino da almeno venti anni ed è molto più radicato di quanto appaia nelle pur complesse inchieste aperte dalle procure italiane. Finanziario, recupero crediti, immobiliare, autonoleggi, elettronica, abbigliamento, opere artistiche e archeologiche, medicinali e prodotti chimici sono alcuni dei settori toccati direttamente o indirettamente dalle inchieste su cui sono impegnate magistratura e forze di polizia, fino ad indagare per reati gravissimi come il traffico di esseri umani, i fiancheggiatori del terrorismo islamico e il traffico di armi. Gli elementi conoscitivi di cui si dispone sono molto approfonditi su tutti questi filoni di inchiesta, a volte l’obiettivo si realizza fornendo alle autorità di altri Paesi le necessarie informazioni, ma le inchieste che riguardano soggetti residenti in territorio e che richiederebbero un’azione molto determinata, non riescono a trovare il necessario sbocco se non sono sollecitate da interventi esterni. Perchè? Questo è l’interrogativo a cui è importante dare risposta. 

(pubblicato per intero il giorno 7)

 

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