San Marino. Tamagnini (Csdl) boccia intervento su Carisp

San Marino. Tamagnini (Csdl) boccia intervento su Carisp

Segretario Csdl boccia intervento su Carisp: “Risolto un obbrobrio con uno peggio”

Antonio Fabbri

Sono passate in sordina le parole del Segretario generale della Csdl Giuliano Tamagnini al confronto on-line organizzato da Libera una decina di giorni fa.

Parole che valutano il quadro della situazione economica, del confronto e, soprattutto, democratica, in maniera molto critica e preoccupata. “Penso che questo governo non abbia nessuna intenzione di fare il confronto, se non dopo che ha fatto le scelte e questo è quello di cui il paese non ha assolutamente bisogno”, ha detto Tamagnini. “La gran parte del debito fatto è stato contratto per i dissesti bancari – ha aggiunto – ma prima occorreva andare a vedere chi aveva questa responsabilità, sia dal punto di vista penale sia politico, ma il governo non ha avuto questa volontà”.

Poi le riforme necessarie delle quali non si parla troppo. “Sulle riforme, noi la disponibilità la diamo. Però il governo deve cambiare registro, perché se i tavoli non li convoca e non li apre e ci chiama ai tavoli solo quando la scelta è stata fatta, la disponibilità è inutile. Ci sembra non opportuno fare le tirature che si stanno facendo dietro i 44 voti che la maggioranza ha. Noi l’ultima manifestazione l’abbiamo fatta per tenere accesa la fiammella della democrazia. Non vogliamo assolutamente che questa fiammella si spenga”.

In quel dibattito on-line il Segretario alle finanze Marco Gatti aveva ribadito quanto affermato anche in conferenza stampa, ovvero che quanto alle riforme, pur essendo in programma, andranno messe in campo con i tempi dovuti per non creare in questa fase dinamiche recessive. E aveva rimarcato che “sul tavolo oggi ci sono due provvedimenti sulla cartolarizzazione e sulle procedure esecutive. La cartolarizzazione è comunque una riforma per il settore bancario e finanziario. Abbiamo messo a posto Cassa di Risparmio e ora si passa agli Npl”, ha detto Gatti che tuttavia non ha dato

tempi per riforma pensioni, Iva, Igr. “Le riforme vanno fatte quando sono sostenibili – ha detto Gatti – Vanno programmati gli interventi, ma prima occorreva creare liquidità. Riforme senza liquidità voleva dire mettere in ginocchio il Paese”, ha affermato il segretario alle finanze riferendosi ai bond. “Riunirci per dirci semplicemente che vogliamo fare le riforme, credo non sia utile”, ha aggiunto.

Su questo il capogruppo di Libera Eva Guidi ha tuttavia rilevato: “Da parte della mag- gioranza abbiamo sentito in consiglio diverse voci parlare di riforme subito, ma sulla tem- pistica notiamo tempi diversi. Invece è indispensabile partire immediatamente. Anzi siamo in ritardo”.

Il segretario della Csdl, però ha bocciato l’intervento su Carisp in maniera netta: “Posso partire dalla Cassa di Risparmio. Su Carisp il segretario Gatti dice che hanno risolto un obbrobrio, ma hanno risolto un obbrobrio con un altro peggio.

Al di là del giudizio del Fmi, la trasformazione di quasi mezzo miliardo di debiti con un bond irredimibile, senza metterlo sul mercato, vede in sostanza sostituire il debito con un pezzo di carta che è stato dato a Cassa di Risparmio. Non è la soluzione del problema, con l’aggiunta che lo Stato paga 8 milioni all’anno di interessi. Un ulteriore esborso per la collettività. Non mi sembra la soluzione perché comunque la stessa legge dice che quel debito deve essere pagato seppure in tempi lunghissimi. Quest’anno noi pagheremo 28 milioni di interessi. 8 per Cassa, 4,5 milioni più 1,5 per il prestito Cargill, 11 milioni per il bond, più 3 milioni ai mediatori del prestito. A conti fatti ci rimangono circa 130 milioni del bond. Poi abbiamo un disavanzo del 2020 di circa 90-95 milioni e quello del 2021 approssimato in 70 milioni, ma in realtà sarà di più. Se facciamo i conti 90 più 70 sono ampiamente di più rispetto ai 130 che rimangono. Sarebbe bene capire quali risorse indirizziamo per lo sviluppo. 

Anche sui ristori non c’è stato un minimo di confronto. Siccome stiamo parlando di 15-18 milioni di soldi pubblici era necessario un confronto con tutte le parti. Se questo è il modo di questo governo, continui pure così, noi continueremo ad esprimere il nostro dissenso”. E a proposito dell’esultanza sul debito estero, Tamagnini non condivide. “Sembra che abbiamo fatto l’affare della vita a portare a casa questi 340 milioni al 3,25. Il 3,25 è un tasso speculativo, paesi nelle nostre condizioni con un prestito a tre anni hanno un tasso, non voglio dire negativo, ma vicino allo zero. Noi siamo talmente contenti… ma il problema è che lo deve pagare il paese. La scelta fatta andava ponderata prima”, ha detto.

Tamagnini prende posizione anche sulla narrazione che vorrebbe addossare agli ultimi tre anni la responsabilità del debito. “La responsabilità del debito di questo paese la vogliamo andare a cercare? Andiamo a vedere chi lo ha determinato questo debito o no? Oppure sono troppo talmente vicini a interessi anche politici che non si possono scoperchiare queste pentole? Se noi andiamo a dire al paese che dobbiamo recuperare quello che Tizio, Caio e Sempronio hanno sottratto nelle banche, allora abbiamo una speranza di farci capire dal Paese. Perché altrimenti non ci capiscono. Che devono pagare un miliardo e mezzo di debiti per responsabilità anche di una classe politica. Io devo spezzare una lancia a favore del governo precedente, seppure gli ho fatto due scioperi generali. Perché la responsabilità di quello che abbiamo oggi risiede negli ultimi 25 anni, non negli ultimi tre anni, altrimenti raccontiamo una narrazione che non è veritiera. E non voglio fare il paggio a nessuno perché non sono fatto di questa pasta. Però dovete smetterla anche voi di dire che avete recuperato la situazione degli ultimi tre anni, dite degli ultimi trenta anni, semmai”, ha concluso Tamagnini.

 

 

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