C’è un ‘disperato bisogno di concretezza‘ ha esordito Chiara Guiducci, in rappresentanza del Movimento Giovanile, prendendo la parola all’inizio del dibattito politico (“La
buona politica per il Bene comune”) organizzato dalla Democrazia Cristiana di San Marino, nell’ambito della 39esima Festa dell’Amicizia.
Il richiamo è arrivato come un sasso lanciato da una fionda sulla faccia dei rappresentanti dei partiti già schierati per recitare la usuale parte nel teatrino della politica, la cui preoccupazione maggiore, con la formazione della coalizione Dc – Psd, pare ormai essere quella di individuare chi è disposto a recitare il ruolo di oppositore.
Alcuni comportamenti di uomini politici confermano la vistosa lontananza fra
agire politico e tensione morale. Il “bene comune” appare disatteso, spesso
irrilevante e da ciò deriva una diffusa sensazione di disgusto verso gli scenari
della politica in modo particolare da parte del mondo giovanile.
Questo è lo
scenario negativo in cui ci troviamo, ma noi dobbiamo essere propositivi,
dobbiamo essere consapevoli dei problemi e trovare soluzioni.
Dunque, per
ritrovare il senso e la passione del “vivere rettamente” cosa è
necessario?
Probabilmente risulterà utile riscoprire la forza ispiratrice e
critica del “bene comune”, quel bene comune da tempo, forse troppo tempo
dimenticato.
Il servizio del “bene comune” implica la responsabilità e
l’impegno per la realizzazione piena di tutti, come condizione fondamentale
dell’agire politico.
Questo, però, diventerà possibile solo se il “bene
comune” non sarà la semplice risultante della spartizione dei beni disponibili,
ma un obiettivo perseguibile attraverso gli stringenti canoni della
moralità.
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di Chiara Guiducci
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