Antonio Fabbri di L’Informazione di San Marino sotto il titolo Il “padre”, il Figlio e lo spiritoso, dopo il riferimento ai buontemponi – marpioni di Bianchini, accenna fra l’altro, alle cassette di sicurezza – anche un crocifisso! – che sembrano ormai costituire la base ‘vera’ di questo Monte Titano, ossia della Repubblica di San Marino, nel primo decennio del nuovo secolo.
Ah sì, il crocifisso. Sospendendo per un attimo le valutazioni sulla provenienza, forse è la cosa più bella trovata nelle cassette di sicurezza di San Marino in questo periodo nel quale dai caveau salta fuori di tutto: dai documenti compromettenti, ai denari per le tangenti, ai nomi altisonanti implicati in qualche magagna, a scritture che racchiudono affari inconfessabili. Ma anche lì, quella raffigurazione del Figlio crocifisso, sta subendo una passione attutita solo dal raso purpureo che l’avvolge. In concreto, e preliminarmente, da verificare c’è una cosa sola: se sia o meno un oggetto che arriva da attività illecita. Intanto si è innescato un tira e molla di procure e cavilli giuridici, tra questioni di ‘ndrangheta, logge segrete, verifiche se sia attribuibile al genio di Michelangelo oppure si tratti di uno scherzo. Come lo scherzo di quello spiritoso che, senza dire chi fosse, ha chiamato tutti a raccolta il 25 marzo, giorno dell’Arengo. Ma anche qui di certezze non ce ne sono. Come si fa infatti ad esser certi che questa degli anonimi sia società civile e non solamente società vile?
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