San Marino. Un Odg con strane priorità rischia di far saltare anche la nomina dei giudici

San Marino. Un Odg con strane priorità rischia di far saltare anche la nomina dei giudici

Un Odg con strane priorità rischia di far saltare anche la nomina dei giudici 

Gli addetti ai lavori e i cittadini attendono da tempo i giudici di appello amministrativo e civile

Antonio Fabbri

L’Ordine del giorno deve essere stato stilato più che seguendo logiche di tutela delle istituzioni, con la finalità più politica di preparare il terreno ad una crisi annunciata, salvo mettere al sicuro alcuni provvedimenti funzionali a spianare la strada per future dinamiche.

Di segnali che si colgono nell’Ordine del giorno e fanno presagire l’apertura della crisi subito dopo aver trattato un paio di punti di interesse, ce ne sono infatti diversi. Non solo. La scelta sulla precedenza dei punti da trattare e la richiesta di procedure di urgenza, denota anche una certa disponibilità a piegare le necessità istituzionali a beneficio dei desiderata di altri enti, che istituzioni non sono, ma che evidentemente in questa fase muovono le dinamiche consiliari.

Così solo al punto 12 è prevista la discussione delle dimissioni di un Consigliere, con il conseguente ripristino dell’integrità dell’assemblea parlamentare. Tuttavia non è detto che ci si arrivi se la crisi dovesse scattare prima. Solitamente questi punti, al fine consentire il tempestivo ripristino del Consiglio con la sostituzione dei dimissionari, vengono collocati ai primi punti dell’Odg, per rispetto del Consigliere e dell’Istituzione. Non così questa volta.

Ma non è la sola istituzione, il Consiglio, che l’Odg di questa sessione, in discussione da oggi, trascura e mette in difficoltà. Il problema è stato rilevato informalmente anche da diversi avvocati che lamentano gli arretrati e lo stallo nel secondo grado di giustizia civile e amministrativa.

Da tempo, infatti, è attesa la nomina di giudici di appello civile e amministrativo, appunto e al punto 11 dell’Odg è prevista la presa d’atto del concorso per il reclutamento delle due toghe. Si nota quindi che mentre i punti sollecitati da Banca Centrale, e per i quali è prevista la procedura d’urgenza, sono collocati tra i primi posti all’Odg, viene invece evidentemente “snobbato” il buon funzionamento del Tribunale.

Tanto più che proprio nei progetti di legge caldeggiati da Via del Voltone si intravedono dei profili sui quali il vaglio di giudici di grado superiore potrebbe essere utile, determinante e sollevare pure questioni di diritto fondamentali.

In sintesi si avrebbe dunque che la politica detta delle norme e come vanno applicate, ma non nomina chi ha istituzionalmente il compito di “jus dicere” e di valutare l’applicazione concreta di quelle norme e la loro conformità ai principi del diritto e dei diritti.

Come dire che in questo frangente la politica – e non solo – se la canta e se la suona; si sostituisce a chi non nomina, penalizzando il compiuto funzionamento di un altro potere dello Stato. Questo ovviamente se a quelle nomine non si dovesse arrivare. D’altra parte non si può non notare come, lasciando fuori una presa d’atto così importante e necessaria per il buon funzionamento della giustizia, si metterebbero le mani avanti per ipotecarne la gestione nella prossima legislatura.

Insomma, posto che comunque le elezioni bisogna ancora celebrarle, c’è chi pensa di portarsi avanti col lavoro?

Così emerge che la presa d’atto della graduatoria del concorso per il reclutamento di due Giudici di Appello, è posta al punto 11 all’ordine del giorno, con il rischio che, così come per il punto 12, non ci si arrivi. Appare ovvio che, quando si è steso l’odg, non si sia considerata opportunamente l’esigenza, più volte espressa sia dagli avvocati e che dal tribunale, di nominare cermente i giudici di appello amministrativo e civile. Oppure, volendo pensarla maliziosamente, la si è vatuata fin troppo. Sta di fatto che non è stata data priorità al buon funzionamento delle istituzioni.

In forza di una strategia politica? Può darsi.

Ora, se lo scioglimento del Consiglio dovesse essere decretato prima perché, come ventilato, potrebbero arrivare delle dimissioni in blocco, chi lo dirà a quei cittadini che da anni attendono un pronunciamento in sede giudiziaria che il Consiglio non è stato ancora capace di fare una presa d’atto che consenta la trattazione dei fascicoli pendenti?

Insomma se nella attuale delicata situazione con la prospettiva di uno scioglimento del Consiglio si pongono due punti determinanti per il funzionamento delle istituzioni – sostituzione di un consigliere e nomina di due Giudici di Appello – in una posizione del calendario dei lavori che rischia di non essere trattata, c’è da chiedersi con quale rispetto degli organi dello Stato si sia stilato questo ordine del giorno e, soprattutto, con quali finalità. C’è da chiedersi con quale rispetto delle istituzioni si procederà da ora in avanti.

Va detto che la nomina dei Giudici è una presa d’atto in funzione di una graduatoria già stilata in seguito ad apposito bando di concorso, che non implica neppure, quindi, scelte di carattere politico se non la volontà, che sarebbe più che altro buon senso e rispetto, di fare funzionare gli organi dello Stato.

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