San Marino. Vaccini, i dubbi sullo Sputnik. Il presidente Putin rimanda ancora l’iniezione

San Marino. Vaccini, i dubbi sullo Sputnik. Il presidente Putin rimanda ancora l’iniezione

Vaccini, i dubbi sullo Sputnik. Il presidente Putin rimanda ancora l’iniezione

Lo riporta il Corriere della Sera. In un articolo di Fabrizio Dragosei di sabato scorso, si legge: “Sono sempre più forti i dubbi sollevati dalla comunità internazionale sulla efficacia e la sicurezza del vaccino russo, proprio mentre molti Paesi stanno pensando seriamente di acquistarlo, vista anche la scarsa disponibilità dei farmaci occidentali. Ma con i russi, sembra l’opinione prevalente in Europa, forse è bene non fidarsi ciecamente. Così la Ue ha deciso che lo Sputnik V potrà essere utilizzato solo se l’istituto Gamaleya che lo produce darà accesso a tutti i dati e anche ai siti di produzione.

Parecchi scienziati occidentali hanno nuovamente espresso perplessità su quanto è stato sfornato a Mosca. E un ulteriore caso di doping di Stato, con una sentenza di questi giorni, riaccende i sospetti su quanto potrebbero essere coinvolti i servizi segreti. Quegli stessi servizi che, secondo le accuse, alle Olimpiadi di Sochi del 2014 manipolavano di notte i campioni prelevati di giorno agli atleti per farli risultare «puliti».

Prosegue il Corriere: “Allora, la domanda che molti si fanno sullo Sputnik è se sia tutto vero quello che è stato annunciato dal Cremlino, vista l’enorme importanza politica che lo stesso Vladimir Putin ha dato a tutta la faccenda. Non a caso, il farmaco è stato battezzato come il primo satellite artificiale con il quale l’Urss vinse la corsa allo spazio nel 1957.

Notizie sullo Sputnik sono state pubblicate dal giornale medico britannico The Lancet che però è finito a sua volta sotto accusa perché i russi hanno fornito dati scarsissimi sul loro lavoro. Dopo la pubblicazione dello studio di Gamaleya nell’autunno, un gruppo di 36 ricercatori di varie università scrisse subito al periodico: «La presentazione dei dati fa sorgere diverse preoccupazioni che per essere fugate richiedono accesso ai dati originali». Una associazione di medici russi, in buona parte epidemiologi, è stata ancora più esplicita, chiedendo a The Lancet di ritirare il paper di Denis Logunov e degli altri ricercatori di Gamaleya (…)

I medici russi dell’Associazione degli specialisti di medicina comprovata insistevano: «Mancano notizie precise sui morti; l’efficacia del 92% per il vaccino si è ottenuta con calcoli basati su un totale di 20 casi», riporta ancora il Corriere.

Dubbi anche sulle dosi mandate all’estero. “Fanno bene quindi coloro che non si fidano dello Sputnik? In Russia oggi si possono sottoporre al vaccino tutti gli adulti, ma a farsi inoculare sono stati solamente 3,2 milioni, su 116 milioni di cittadini con più di 18 anni.

Il Fondo statale per gli investimenti diretti sta invece vendendo il medicinale in tutto il mondo, con 30 paesi che si sono già prenotati. Il ministro dell’Industria ha detto che all’estero andranno più di 350 milioni di dosi. Per questo la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen si è detta meravigliata «perché la Russia offre ad altri paesi milioni di dosi», anziché vaccinare i suoi cittadini.

Ma per molte cose, come sappiamo, i russi guardano al loro numero uno. E il presidente Putin continua a evitare lo Sputnik”, conclude il “Corriere”.

Leggi l’articolo integrale di Fabrizio Dragosei sul Corriere della Sera

 

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