Il medico riminese, al centro della maxi-inchiesta sul doping dei carabinieri dei Nas e della Procura di Rimini, si sente perseguitato.
Almeno così ha detto Vittorio Bianchi mediante i suoi avvocati: “A questo punto mi sento un perseguitato. Le mie terapie innovative, già conosciute e apprezzate altrove ma non in Italia, evidentemente danno fastidio”.
A quanto pare, il medico riminese 61enne aveva un regolare contratto con la casa farmaceutica per effettuare studi di carattere medico e di ricerca con lo scopo di individuare le possibilità di applicazione terapeutica a persone che avevano delle patologie.
Le prescrizioni mediche erano indicate a persone malate di cuore, depresse, obese e malate di diabete.
Nelle intercettazioni telefoniche Vittorio Bianchi viene definito dai suoi fornitori lo “psicopatico di Rimini” o “Psyco”.
Si attendono nuovi aggiornamenti a riguardo.
Fonte: (corsivo) “Il Corriere di Romagna”