Scudo fiscale e G8 di Andrea Bassi, MilanoFinanza

Scudo fiscale e G8 di Andrea Bassi, MilanoFinanza

MilanoFinanza di giovedì 9 luglio 2009
Il G8 spiana la strada allo scudo fiscale – Il G8 spiana la strada allo scudo
di Bassi Andrea
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La dichiarazione finale del G8 sull’economia porta chiara la sua firma. E Giulio Tremonti eri lo ha rivendicato con orgoglio. «L’Italia», ha detto il ministro dell’Economia, «ha contribuito all’idea fondamentale e iniziale» di stabilire regole per l’economia globale che deve contemplare «valori ed etica». Ieri gli otto grandi hanno messo la loro firma in calce all’impegno di applicare norme e principi comuni di correttezza, integrità e trasparenza. Insomma, quel global legal standard già definito nel cosiddetto Lecce Framework, promosso proprio da Tremonti ed ispirato alle 12 tavole dell’Ocse sulle regole globali per la finanza. L’impegno preso con la dichiarazione economica del G8 è portare questo quadro di regole globali al prossimo G20 di Pittsburgh. Anche se ci vorrà del tempo per tradurre i principi in regole attuative, secondo Tremonti con la dichiarazione firmata ieri dagli otto grandi è stato dato un «colpo di manovella». Il documento sottolinea la necessità di un quadro globale rafforzato per la regolamentazione e la supervisione finanziaria, promuovendo coerenza tra norme contabili e prudenziali e creando strumenti adeguati per affrontare la prociclicità e assicurando una visione globale di tutte le attività ed entità sistematicamente significative. Quest’ultimo inciso sta a significare che saranno portati avanti anche gli impegni presi a Londra e Washington negli incontri precedenti a quello de L’Aquila per quanto riguarda il controllo degli hedge fund. Gli otto grandi hanno deciso insomma che non si può entrare nel nuovo mondo con regole vecchie, bensì occorrono regole nuove. E non ci sarà posto per il protezionismo: i Paesi hanno confermato il loro impegno a mantenere liberi e aperti i mercati e a respingere ogni genere di barriere.
Tremonti, tuttavia, non ha portato a casa soltanto il risultato sui global legal standard. La dichiarazione finale del G8 sull’economia spiana anche la strada della terza edizione dello scudo fiscale alla quale Via XX Settembre sta lavorando. L’attesa dichiarazione di guerra ai paradisi fiscali, prodromo dello scudo tremontiano, è stata particolarmente incisiva. Tutte le giurisdizioni, spiega il documento, devono attuare velocemente gli impegni. Non si può continuare a tollerare che ingenti capitali nascosti evadano la tassazione. Dovrebbero essere discusse e concordate, è la linea del G8, una serie di contromisure efficaci per i Paesi che non rispettano gli standard internazionali in relazione alla trasparenza fiscale. Su questo l’Ocse lavorerà in vista del prossimo G20 dei ministri finanziari. Una presa di posizione netta per la quale ha spinto soprattutto l’amministrazione americana che sta combattendo un duro braccio di ferro con la Svizzera sul tema del segreto bancario. Proprio ieri Berna ha accusato Washington di voler «provocare un coflitto internazionale» costringendo Ubs a divulgare la lista di nomi dei 52 mila evasori statunitensi che si sono rifugiati in Svizzera. Quel che interessa a Tremonti, invece, è che la dichiarazione di guerra del G8 ai paradisi fiscali convinca chi ha portato i propri capitali fuori dall’Italia a farli rientrare approfittando dello scudo fiscale che il governo si prepara a inserire nel pacchetto anticrisi. Le condizioni alle quali sarà consentito il rimpatrio saranno di certo meno appetibili che in passato (l’aliquota sarà fissata tra il 5% e il 7%), ma chi deciderà di lasciare i propri soldi oltreconfine dovrà sapere che subirà una caccia senza quartiere. Il documento finale degli otto grandi parla anche della necessità di «definire un quadro di discussione per i paesi interessati» allo scudo. Ma Roma non potrà attendere tempi lunghi, visto che il decreto del governo dovrà essere approvato entro fine agosto.
Il G8 ha poi fatto il punto sulla crisi economica. Nonostante ci siano segni di stabilizzazione, compresa la ripresa dei mercati finanziari, hanno scritto, la situazione resta incerta e permangano rischi per la stabilità economica e finanziaria. C’è l’impegno, si legge nel documento, a continuare a fornire stimoli macroeconomici basati sulla stabilità dei prezzi e la sostenibilità finanziaria a medio termine. C’è inoltre l’accordo sulla necessita di assorbire le misure straordinaria una volta che la ripresa sarà assicurata. Le exitstrategy varieranno a seconda delle condizioni economiche e delle finanze pubbliche. li risanamento del sistema finanziario, secondo gli otto grandi, include la stabilizzazione dei mercati finanziari e la normalizzazione delle attività bancarie. I leader hanno chiesto al Financial Stability Board di «continuare a monitorare gli sviluppi nei sistemi finanziari e aiutare a promuovere un approccio coordinato per evitare distorsioni alla concorrenza e arbitraggio della regolamentazione. Un focus è stato poi dedicato ai mercati dell’energia, con la condanna dell’eccessiva volatilità. Anche su un altro punto sono stati tutti d’accordo; il sostegno dell’economia deve passare innanzitutto attraverso una maggiore attenzione al lavoro. «Siamo impegnati», scrivono, «a trattare la dimensione sociale della crisi, ponendo le persone al primo posto». Una dichiarazione d’intenti che sembra in linea con l’enciclica ‘Caritas in veritate’ di Papa Ratzinger.

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