Seduta pomeridiana Consiglio Grande e Generale (18-25 maggio). Resoconto SMNA

Seduta pomeridiana Consiglio Grande e Generale (18-25 maggio). Resoconto SMNA

COMUNICATO STAMPA

CONSIGLIO GRANDE E GENERALE 18 – 25 MAGGIO

GIOVEDI’ 19 MAGGIO

Nel pomeriggio si conclude il  dibattito al comma 9, sull’esito della
consultazione referendaria di domenica scorsa. Durante le repliche sono
presentati quattro Ordini del giorno: uno della maggioranza, due della coalizione
Cittadinanza Attiva (Su-LabDem, C10) e uno di Rete e dei consiglieri
indipendenti Lazzari e Pedini. La Reggenza ritiene però ammissibile solo un
Ordine del Giorno, quello di Ca volto a impegnare una superficie di terreno di
proprietà pubblica alla creazione di un parco urbano nel castello di
Serravalle.

Tutti gli altri Odg, che
riguardano le modalità di recepimento nelle normative esistenti dell’esito
referendario, non sono ritenuti dai Capi di Stato ammissibili perché
individuano – se approvati- iter alternativi rispetto quelli previsti dalla
legge qualificata in materia. Rete-Lazzari-Pedini, a seguito di una modifica
del testo, ripropongono comunque il loro Ordine del giorno volto a “dare
immediato corso all’esito dei 3 referendum propositivi” approvati, impegnando
l’esecutivo “a portare in discussione entro la sessione consiliare di Giugno
2016  i progetti di legge conseguenti con
procedura d’urgenza”. In particolare, spiega il capogruppo Elena Tonnini,
il recepimento deve limitarsi ai quesiti, “senza che l’Aula vada a interpretarli,
snaturando la volontà dei cittadini”. Entrambi gli Odg ammessi al voto,
quelli di Ca e di Rete-Lazzari-Pedini, sono infine respinti a maggioranza.
   

I lavori proseguono con il comma 10, che prevede
un dibattito unico sul Progetto di legge in seconda lettura “Modifiche alla
Legge 29 gennaio 1992 n.7 – Piano Regolatore Generale per l’attuazione di
Interventi di Sviluppo Economico” e sull’Istanza d’Arengo n. 14 perché
il progetto edilizio denominato “Parco Scientifico Tecnologico” non venga
realizzato nella zona del “Parco Urbano” sita in località Galazzano. A
presentare il Pdl, dopo i relatori di maggioranza, Stefano Canti, e minoranza,
Augusto Michelotti, è il segretario di Stato per il Territorio, Antonella
Mularoni: “Sono le ultime due varianti di Prg di questa legislatura- assicura-
partirà poi uno studio che vedrà il coinvolgimento di tecnici e di tutti i
partiti”, per la redazione del nuovo Prg di cui è stato incaricato l’architetto
italiano Stefano Boeri. Segue poi ad illustrare l’istanza d’Arengo e ad
intervenire sul parco scientifico il segretario di Stato per l’Industria, Marco
Arzilli. Lo stesso richiede di inserire, attraverso un emendamento, la garanzia
che solo una volta approvati anche il futuro Prg e la convenzione del Pst, si
potrà procedere ad intervenire sull’area interessata, in modo da garantire un
ritorno in Aula e in Commissione della variante e quindi la condivisione del
progetto finale con tutte le forze politiche. “Non costruiremo niente, non
faremo niente- puntualizza Arzilli- se non ci sarà un passaggio in Consiglio
Grande e Generale che approvi il progetto, il Prg e la relativa convenzione per
la realizzazione del Pst”
.  Se l’emendamento venisse accolto, prosegue il
segretario di Stato, “sarebbe un messaggio forte: siamo qui non per far
qualcosa contro qualcuno, ma per costruire qualcosa per il Paese”. Il lungo
dibattito odierno sulla variante del Prg si conclude con la prima delle
repliche e riprenderà nella giornata di domani.

Di seguito un estratto
degli interventi odierni.

 

Comma 9, Dibattito sull’esito della consultazione
referendaria del 15 maggio 2016

Repliche
Elena Tonnini, Rete: “Come Rete, insieme ai due consiglieri indipendenti, abbiamo
intenzione di presentare un Odg che conterrà la richiesta di dare applicazione
ai tre quesiti vincitori, sottolineando la loro vittoria, come anche il non
raggiungimento del quorum e quindi la bocciatura del quesito sulla variante di
Rovereta. Non ci stiamo al gioco dei numeri su una campagna referendaria già
finita, i risultati ci sono e bisogna darvi seguito se è vero che il popolo è
sovrano, anche quando fa scelte che l’Aula non condivide pienamente. Ciò
significa anche che l’Aula non vada a interpretate i quesiti. Quello sul quorum
non chiede infatti di aumentare il numero di firme necessarie per avviare
l’iter referendario. Inutile dire se il voto dei cittadini conta, se poi si
dice che quel voto nasconde l’interpretazione di un’Aula, modificandone
l’obiettivo. Se la politica vuole intervenire sui tre temi non deve cogliere
l’occasione del referendum per farlo. Se la politica vuole intervenire lo
faccia con gli strumenti che ha a disposizione”.
Alessandro Mancini, Ps: “Il nostro assetto istituzionale è chiarissimo,
anche io mi sento di invitare tutti i colleghi, pur comprendendo le
preoccupazioni espresse, a rimanere nel nostro ordinamento e invito il governo
a predisporre gli interventi legislativi di adeguamento e a portarli nelle sedi
preposte. Non inventiamoci nuovi strumenti o tavoli di confronto. Abbiamo le Commissioni
e il Consiglio grande e generale per fare i provvedimenti. Nel dibattito ho
ascoltato tre posizioni in Aula, chi ancora è in campagna referendaria e vede la
coda lunga per la prossima campagna elettorale; chi ha dovuto cambiare in corso
d’opera opinione su certi quesiti ed in lui è prevalso un certo nervosismo; chi
ha fatto un’analisi più approfondita sul voto su cui anche io voglio dedicarmi.
Quando vanno a votare più di 16 mila persone c’è qualcosa di più di quello che
chiede il quesito. Va fatta un’analisi su questo, c’è un profondo disagio della
popolazione verso la politica di governo, di maggioranza, di risposte che non
sono arrivate o lo hanno fatto in modo tardivo. Ill voto di domenica è stato un
voto forte e non si può essere indifferenti, la politica deve fare un’attenta
riflessione e decidere prima possibile quale futuro dare al Paese”.
Marco Podeschi, Upr: “Upr non presenterà nessuno Odg, è stato annunciato
ora da Rete e da Su, noi valuteremo il loro contenuto alla luce però della
disciplina sulla legge referendum. L’ articolo 23 è chiaro, non ci si deve
invitare nulla, la facoltà legislative le ha il governo e il Consiglio deve
vigilare sull’iter normativo. Alla luce del risultato, vanno fatte
considerazioni su tutta la legge elettorale sammarinese. A partire dalle
procedure di voto: c’è tutto una serie di sistemi su cui la segreteria agli Intern
ha tempo di fare le dovute riflessioni, ci sono procedure tecniche che vanno
riviste a partire dalla legge attuale, in particolare lancio l’input sulla
durata della campagna elettorale”.
Augusto Michelotti, Su: “Devo presentare un Odg da parte di Cittadinanza
attiva, quindi Su-LabDem e C10, sul polo della moda, su un tema che è giusto da
mettere in evidenza. Non crediamo sia in contrasto con le norme referendarie. Il
Castello di Serravalle si ritrova dopo la compensazione a Faetano con un  pugno di mosche sulle zone a parco. Lo vado a
leggere: ‘Il Consiglio Grande e Generale, Preso atto del risultato
referendario (…); Considerata la decisione del governo di compensare la destinazione
di zona parco urbano attraverso la riconversionedi una zona edificabile in Ca’
Chiavello, (…) impegna il Congresso di Stato a incaricare i competenti uffici
dello Stato, al fine di reperire e impegnare una superficie territoriale di
proprietà dello Stato alla creazione di un parco urbano all’interno del confine
del castello di Serravalle’”
.

Federico Pedini Amati,
Lbsm:
“Ieri c’è stato un dibattito
che ha alzato i toni in Aula, si è capito molto bene che molti partiti e larga
parte di questo Consiglio non si aspettavano una votazione finale come quella
che si è verificata, tre sì e un pareggio. Noi ne siamo ben lieti, ci siamo
espressi fin dall’inizio con 4 sì e mi rendo conto che molta parte dell’Aula ha
dei mal di pancia, ma la volontà popolare va accettata. Non voglio entrare in
polemica con Francesca Michelotti, ma ieri ha espresso un concetto in modo
fazioso nei miei confronti. Nel mio precedente intervento ho detto che per 30
giorni abbiamo fatto serate pubbliche, in realtà il sottoscritto è dal giugno
2015 che ha fatto serate per la raccolta firme per due quesiti. Va da sé che in
quel momento si spiega alla cittadinanza il motivo della raccolta. Il percorso
è stato lungo e complicato. Capisco perà si vogliano innalzare muri e toni per
far apparire un risultato diverso che è però sotto gli occhi di tutti. Leggo
l’Odg di Rete, Lazzari e Pedini: ‘Il Consiglio Grande e Generale
Considerato l’esito della consultazione referendaria celebrata il 15 maggio
2016, che vede nell’accoglimento di 3 quesiti su 4 la dimostrazione
dell’importanza del referendum come strumento di democrazia diretta capace di
arricchire e valorizzare la partecipazione dei cittadini alla vita civile della
Repubblica; considerato il risultato storico in termini di affluenza a tale
tornata referendaria, che ha raggiunto quasi il 70% dei residenti in
Repubblica; esaminato il chiaro messaggio espresso dalla cittadinanza
Sammarinese che ha dimostrato ancora una volta, se mai ce ne fosse stato
bisogno, la volontà degli stessi di voler incidere sulle scelte importanti e
strategiche della Repubblica di San Marino, e quindi di voler essere
protagonista del proprio futuro; valutato come

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