Segretario Chiaruzzi risponde a Claudio Muccioli e Franco Ugolini (Pdcs)

Segretario Chiaruzzi risponde a Claudio Muccioli e Franco Ugolini (Pdcs)

PER UNA CORRETTA INFORMAZIONE ALLE LAVORATRICI MADRI
Segretario Chiaruzzi risponde ai consiglieri del Pdcs Claudio Muccioli e Franco Ugolini

Il Congresso di Stato, il 12 maggio 2008 con la Delibera n.37, ha dato mandato al Segretario di Stato alla Sanità Mauro Chiaruzzi

di avviare il confronto con le parti economiche e sociali, sulla proposta di Decreto “Tutela delle lavoratrici gestanti, puerpere e in periodo di allattamento”. Si stigmatizza l’atteggiamento scorretto dei consiglieri democristiani e il contenuto del loro intervento pubblicato nella giornata di ieri dagli organi di informazione sammarinesi sulle lavoratrici madri.
Non è assolutamente costruttivo infatti, analizza Chiaruzzi, creare allarmismi quando dovrebbe essere comune obiettivo tutelare la donna penalizzata da condizioni organizzative aziendali che non sempre le consentono un’idonea collocazione lavorativa e non solo. I consiglieri Claudio Muccioli e Franco Ugolini erano stati informati che il documento loro consegnato, nel rispetto dei ruoli che ognuno riveste, fosse in fase di revisione a seguito del mandato del Congresso di Stato nella seduta sopra citata. E che pertanto era da considerarsi non esaustivo della problematica. Questo rileva che preciso intento dei consiglieri democristiani è semplicemente quello di tentare di affossare il rapporto collaborativo impostato o, ancor peggio, un attacco politico nei confronti di un Governo che ritiene determinante la concertazione con le parti tutte per raggiungere risultati concreti e efficaci. In merito alla percentuale dell’86% della retribuzione si rimarca che, al momento, è da considerarsi una mera indicazione poiché la stessa, come l’intero documento, dovrà essere concordato con le parti, economiche e sociali Proprio in questo senso è già stato fissato, per il prossimo 4 giugno, un incontro con il sindacato e le associazioni di categoria. Ribadiamo pertanto la volontà di questa Segreteria e del Governo di garantire i più ampi diritti a tutte le donne e che nessun “falso proclamo”, come è stata definita impropriamente l’informazione data sull’argomento, è volto a penalizzare in alcun modo le lavoratrici.

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