Sgominato traffico di droga tra Italia e Usa
Sequestrati 1.800 chili di cocaina, denaro e immobili.
Era la Libia una delle tappe attraverso cui transitava il denaro ricavato dall’organizzazione internazionale di cocaina diretto da Roma alla Colombia. La banda è stata sgominata dalla squadra mobile di Roma in collaborazione con la Dea, drug enforcement administration, degli Stati Uniti, nell’ambito dell’operazione denominata Fire and Ice. 66 le persone arrestate in diverse parti del mondo, 1800 i chili di cocaina sequestrati e beni per diversi milioni di euro. I soldi arrivavano attraverso corrieri che si occupavano del trasporto del contante. I proventi della vendita all’ingrosso della cocaina venivano in parte riciclati attraverso circuiti bancari anche San Marino, dove sono stati sequestrati conti correnti per un valore di oltre un milione e mezzo di euro. In alcuni casi, invece, il denaro veniva lasciato in deposito presso alcuni immobili ed alberghi di Roma. Dall’Italia le somme arrivavano in Colombia attraverso tappe intermedie, come la Libia, appunto, e la Germania. L’organizzazione era composta di 14 persone, tra le quali cinque libanesi ora ricercati in Europa.
INDAGINI CONGIUNTE ROMA USA. È stato il procuratore aggiunto di Roma Giancarlo Capaldo, che è volato negli Stati Uniti per gli sviluppi dell’inchiesta a coordinare la parte italiana dell’inchiesta. A capo dell’organizzazione romana Damaso Grassi, 58 anni, insospettabile commerciante con un’attività sulla via Appia. Grassi aveva l’ incarico di tenere i contatti con i colombiani, mentre Roberto Panichi, suo braccio destro, doveva far arrivare la droga a Fiumicino. Qui altri due complici, Walter Vlentini e Robereto Pecci, facendosi passare per i rappresentanti delle ditte cui erano destinate le casse facevano uscire la droga dallo scalo areoportuale. Il gruppo di romani non comunicava mai per telefono, ma solo a voce in luoghi aperti o tramite mail.
SOLDI IN SCATOLE DA SCARPE. Ad occuparsi del pagamento della droga erano i cinque libanesi. I soldi venivano nascosti in scatole di scarpe ed attraverso rotte che toccavano il Libano ed altri paesi, arrivavano in Colombia. La svolta, nell’inchiesta romana, è arrivata nel maggio del 2010, quando è stata sequestrata una cassa nella quale erano nascosti, in panetti, 225 chili di cocaina. Nell’ambito dell’inchiesta sono stati sequestrati anche 400 mila euro in contanti, 1,5 milioni di euro depositati, al fine di essere riciclati, in tre conti correnti a nome di Angela Staiano, moglie di Grassi, presso alcune banche di credito di San Marino e anche mobili e immobili: ville, auto e un maneggio a Monterotondo, vicino a Roma, per un valore di dieci milioni di euro.
Venerdì, 03 Giugno 2011
[lettera43.it]
Sequestrati 1.800 chili di cocaina, denaro e immobili.
Era la Libia una delle tappe attraverso cui transitava il denaro ricavato dall’organizzazione internazionale di cocaina diretto da Roma alla Colombia. La banda è stata sgominata dalla squadra mobile di Roma in collaborazione con la Dea, drug enforcement administration, degli Stati Uniti, nell’ambito dell’operazione denominata Fire and Ice. 66 le persone arrestate in diverse parti del mondo, 1800 i chili di cocaina sequestrati e beni per diversi milioni di euro. I soldi arrivavano attraverso corrieri che si occupavano del trasporto del contante. I proventi della vendita all’ingrosso della cocaina venivano in parte riciclati attraverso circuiti bancari anche San Marino, dove sono stati sequestrati conti correnti per un valore di oltre un milione e mezzo di euro. In alcuni casi, invece, il denaro veniva lasciato in deposito presso alcuni immobili ed alberghi di Roma. Dall’Italia le somme arrivavano in Colombia attraverso tappe intermedie, come la Libia, appunto, e la Germania. L’organizzazione era composta di 14 persone, tra le quali cinque libanesi ora ricercati in Europa.
INDAGINI CONGIUNTE ROMA USA. È stato il procuratore aggiunto di Roma Giancarlo Capaldo, che è volato negli Stati Uniti per gli sviluppi dell’inchiesta a coordinare la parte italiana dell’inchiesta. A capo dell’organizzazione romana Damaso Grassi, 58 anni, insospettabile commerciante con un’attività sulla via Appia. Grassi aveva l’ incarico di tenere i contatti con i colombiani, mentre Roberto Panichi, suo braccio destro, doveva far arrivare la droga a Fiumicino. Qui altri due complici, Walter Vlentini e Robereto Pecci, facendosi passare per i rappresentanti delle ditte cui erano destinate le casse facevano uscire la droga dallo scalo areoportuale. Il gruppo di romani non comunicava mai per telefono, ma solo a voce in luoghi aperti o tramite mail.
SOLDI IN SCATOLE DA SCARPE. Ad occuparsi del pagamento della droga erano i cinque libanesi. I soldi venivano nascosti in scatole di scarpe ed attraverso rotte che toccavano il Libano ed altri paesi, arrivavano in Colombia. La svolta, nell’inchiesta romana, è arrivata nel maggio del 2010, quando è stata sequestrata una cassa nella quale erano nascosti, in panetti, 225 chili di cocaina. Nell’ambito dell’inchiesta sono stati sequestrati anche 400 mila euro in contanti, 1,5 milioni di euro depositati, al fine di essere riciclati, in tre conti correnti a nome di Angela Staiano, moglie di Grassi, presso alcune banche di credito di San Marino e anche mobili e immobili: ville, auto e un maneggio a Monterotondo, vicino a Roma, per un valore di dieci milioni di euro.
Venerdì, 03 Giugno 2011
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