Sinistra Unita ad Alleanza Popolare: bugie su bugie

Sinistra Unita ad Alleanza Popolare: bugie su bugie

La recente decisione del Consiglio dei XII sull’intestazione degli immobili ai residenti oltre ad essere stata assunta fuori dall’ordine del giorno della convocazione, e in assenza di almeno tre Consiglieri dell’opposizione, dà uno schiaffo in faccia alla sensibilità dei Sammarinesi, da sempre attenti alla loro sovranità e gelosi del loro territorio
Non dimentichiamo poi che non più tardi di un mese fa i Cittadini hanno respinto al mittente la legge voluta dal Patto per San Marino per cedere in maniera più disinvolta il patrimonio pubblico alle imprese.
Il maldestro tentativo di uscire dall’imbarazzo e la labilità delle argomentazioni difensive inducono Alleanza Popolare a rifugiarsi nelle bugie sperando forse di spostare l’attenzione altrove.
Si rasenta però il ridicolo quando si accusa Sinistra Unita di essere stata silente nella scorsa legislatura contro l’ipotesi di legare la residenza all’acquisto di un immobile, contenuta nella prima stesura della “legge obiettivo”, e addirittura di essere stata d’accordo fino a ieri con il provvedimento adottato oggi dal Consiglio dei XII.
Sinistra Unita, in maniera perfettamente coerente, ha condotto allora e continua a condurre oggi le sue battaglie per la tutela del territorio, del patrimonio pubblico e contro le speculazioni edilizie che oggi continuano come in passato.
Il problema è semmai di Alleanza Popolare che si rimangia l’ennesimo impegno che si era assunta durante una campagna elettorale urlata in cui accusava i suoi ex alleati di volere creare la “repubblica del casinò e delle residenze facili”.
Ora, posto che a Rovereta questo governo ha moltiplicato esponenzialmente il volume del gioco, trasformando la sala in un vero e proprio casinò automatizzato, anche sul fronte delle residenze si è lavorato non poco e con questo passaggio si è fatto un ulteriore regalo alle lobbies del mattone sempre meglio organizzate.
Se è vero che la prima stesura della legge obiettivo conteneva elementi criticati da più parti, e non solo da noi, bisogna però ricordare che la versione finale di quella legge è stata approvata e sottoscritta anche da AP che ne voleva fare addirittura il programma di governo in caso di elezioni anticipate con il centrosinistra.
Vorremmo inoltre ricordare che in quell’occasione si era previsto un tetto di 15 residenze concesse ogni anno, mentre con la legge approvata nel 2010 non c’è traccia di alcun limite e per di più si dà massima discrezionalità alla maggioranza di turno attraverso il voto in Commissione.
AP usa sempre il ritornello, per lo più alquanto singolare, che quello che conta non era la stesura finale ma quella iniziale della legge obiettivo. Se fosse vero questo assunto piuttosto bizzarro allora bisognerebbe ricordare anche che la prima stesura della legge abrogata dal referendum del 27 marzo prevedeva che il vincolo dei 40 voti decadesse non solo per le aree ad uso industriale e servizi ma per TUTTI gli immobili pubblici a prescindere dalla destinazione d’uso.
Se AP dunque è convinta della bontà dei provvedimenti adottati finora è liberissima di sostenerlo e di dire che la nuova stagione politica avviata nel 2008 ha portato a più miti consigli ma almeno eviti di raccontare menzogne ai cittadini per coprire le proprie piroette.

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