Sinistra Unita: ‘Ancora salvataggi pubblici a spese dei cittadini’

Sinistra Unita: ‘Ancora salvataggi pubblici a spese dei cittadini’

Era il giugno 2012 quando venne emanato il cosiddetto decreto “salva banche”, col quale lo Stato si faceva garante dei prestiti concessi agli istituti sammarinesi. A un anno di distanza si torna a parlare di gravi dissesti nel sistema bancario e di interventi a copertura da parte dello Stato. Sono, infatti, di ieri le dichiarazioni del Segretario Claudio Felici sulla vicenda Euro Commercial Bank.

La situazione è da allarme rosso perché in questo Istituto sono collocati alcuni milioni di euro del Fondo Pensioni. Il Segretario alle Finanze smentisce che esistano rischi, tuttavia dichiara che il Governo sta valutando di intervenire con un decreto “salva depositi” (in realtà salva banche), così come avvenuto nell’ottobre del 2011 per il Credito Sammarinese. Quello che con tutta probabilità si andrà a fare per favorire l’acquisizione dell’Istituto in difficoltà è di concedere importante benefici fiscali e fideiussioni dello Stato.

È da troppi anni che i centri del potere finanziario, in nome della stabilità del sistema, dettano l’agenda politica dei vari governi che si succedono. Infatti, sono ormai centinaia i milioni di euro già messi a garanzia dei prestiti alle banche, ai quali si aggiungono i prestiti a fondo perduto, gli sgravi fiscali che per molti anni impediranno la riscossione delle imposte dovute, nonché l’inaudito utilizzo del Fondo Pensioni come riserva di liquidità a puntello del sistema bancario.

Il Fondo Pensioni è ormai la nostra unica ancora di salvezza, la sicurezza di migliaia
di famiglie, e non può essere messo a repentaglio. La sua assoluta tutela è un compito primario di chi ha in mano le redini del Paese.

A rendere ancora più fosco il quadro generale concorre l’istituzione della Finanziaria Pubblica, a cui saranno dati in gestione i beni mobili e immobili della Repubblica.

Lo scenario che si prospetta è spaventosamente chiaro: un vortice di denaro pubblico e privato sottratto al controllo dei cittadini attraverso un inesplicabile gioco di vasi comunicanti.

Su tutto questo gravita l’ambiguità del ruolo di Banca Centrale, la quale, nonostante la sua funzione primaria di vigilanza, interviene solo a danno conclamato, quando ormai la soluzione possibile – spacciata per opera ingegneristica – rimane solo quella del “male minore”, ovvero che lo Stato paghi, sottraendo le sue ormai poche risorse allo sviluppo economico e alle speranze di futuro dei suoi cittadini.

Per quanto ancora i sammarinesi dovranno farsi carico di gestioni improvvisate, di incorporazioni e fusioni di istituti fragilissimi e volatili, di interessi al limite della legittimità che nulla hanno da spartire con la supremazia degli interessi collettivi?

 

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