Situazione San Marino: realismo ed oggettivita’. Pdcs

Situazione San Marino: realismo ed oggettivita’. Pdcs

SITUAZIONE SAN MARINO: REALISMO ED OGGETTIVITA’
(comunicato stampa)
Dopo la serie di dichiarazioni apparse in questi giorni sui quotidiani sammarinesi, il Partito Democratico Cristiano Sammarinese sente il dovere di intervenire, non per aggiungere altro disfattismo alla già delicata situazione del nostro Paese, ma per offrire ai cittadini quel realismo e quella oggettività, che sembrano venuti meno da parte delle forze politiche di opposizione.
Infatti, pur concordando sulla dialettica che anima il dibattito ed il confronto politico, non si può accettare la negazione della verità ad ogni costo, che sembra nascere più dalla rivendicazione di una posizione di governo, piuttosto che da un sincero e fattivo contributo al Paese, come viene sbandierato su ogni comunicato stampa.
La situazione della nostra Repubblica è chiara.
Il nostro Paese sta vivendo un periodo di crisi al pari di tutti i Paesi dell’Europa e  tutti ne pagano le conseguenze. Una situazione aggravata dalla permanenza nella Black List italiana, che rende difficile l’operatività delle nostre aziende, con sensibili conseguenze sulle prospettive lavorative.
Un fronte sul quale tutta la maggioranza è stata concorde fin dall’inizio nel chiedere al Governo di porre il massimo impegno per una soluzione nel più breve tempo possibile, e per il quale già molti passi sono stati fatti e diversi obiettivi sono stati raggiunti, anche grazie al contributo delle forze di opposizione che hanno approvato quasi unanimemente gli interventi legislativi sostenuti dal Governo e nati da una consonanza di intenti.
In attesa di questa risoluzione, tuttavia, per salvaguardare il Paese dal rischio di un default economico, si è ritenuto indispensabile conseguire il pareggio di bilancio nel più breve tempo possibile ed avviare interventi per dare propulsione all’economia di San Marino. Una situazione simile a quella italiana dove, però, la politica, incapace di scelte coraggiose, seppur a discapito del consenso della cittadinanza, è stata sostituita da un Governo tecnico.
La politica sammarinese, invece, di cui l’ultimo atto è stato la Legge di bilancio con tagli di spesa ed imposte straordinarie, ha sino ad oggi dimostrato di saper compiere anche quelle scelte difficili ed impopolari ma nell’interesse generale dei cittadini.
La redazione del Piano strategico di sviluppo del Paese, per chiarire ai sammarinesi gli obiettivi da concretizzare a partire dal nuovo anno, e da portare avanti in quelli successivi, sono la dimostrazione di una politica che non è fallimentare ma capace di guardare al futuro.
Anche la situazione finanziaria, certamente non priva di difficoltà e di lati oscuri, riflette ciò che sta accadendo in Emilia Romagna e in Italia e che, in quanto tale, necessita di un cambiamento strutturale e di maggiore preparazione.
Le nuove regole internazionali e la lotta alla criminalità organizzata stanno richiedendo lo sforzo di un’inversione di rotta e di un nuovo assetto bancario e finanziario che ha già avuto un suo inizio e che deve continuare, anche di fronte alle continue spinte e suggestioni di quegli interessi particolari che insistono nel manifestarsi, talvolta sollevando strumentalmente l’opinione pubblica anche attraverso la politica.
La situazione quindi non è certamente rosea, ne siamo consapevoli e nessuno lo ha mai negato. Proprio per questo è necessaria una profonda capacità di verità piuttosto che di tanto allarmismo privo di soluzioni.  
Il Governo attuale può non essere il migliore possibile, come possono non esserlo le riforme attuate finora. Tuttavia, con sincerità, è doveroso valorizzarne l’operato, gli intenti ed i risultati raggiunti. Siamo consapevoli che c’è ancora molto da fare, ma anche che tanto è stato fatto negli ultimi tre anni.
Anche la situazione del nostro Paese non è la migliore possibile, ma basta allargare un po’ gli orizzonti fuori dai nostri confini per vedere quante ancora siano le nostre possibilità e le nostre opportunità rispetto agli altri paesi ed in particolare all’Italia. Questo non lo si può ignorare.
Pertanto, rivolgendoci a chi si lamenta perché ora è chiamato a contribuire maggiormente e ad un più vivo impegno, chiediamo l’obiettività di considerare quanto il cittadino riceve dallo Stato in termini di servizi anche in ragione di ciò che sino ad oggi è stato chiesto come contribuzione.
Infine, in tempi così difficili, comprendiamo la richiesta di una classe politica rinnovata, di persone capaci di un vero senso dello Stato e di servizio ai cittadini. Ma non possiamo aspettarci che appaiano dal nulla, tanto meno al di fuori del nostro Paese.
Piuttosto, è necessario comprendere che ognuno di noi è chiamato ad una rinnovata responsabilità verso il Paese e verso ogni altro cittadino. Una responsabilità che passa prima di tutto, attraverso una rinnovata educazione all’essere cittadino, alla legalità, al saper dare piuttosto che al ricevere, al sapere mettere in gioco i propri talenti al servizio della collettività, anche nello spirito di una sana gratuità.
Non tutta l’economia è sostenuta dal principio del “do ut des”. Anzi, la migliore economia si ottiene dove il profitto non è considerato il primario obiettivo aziendale, ma piuttosto lo strumento per una migliore condizione dei lavoratori, per la crescita della collettività e del bene comune.
Questa è la proposta del PDCS, un modello educativo che richiami tutti all’impegno attuale e futuro, senza timore di coloro che, capaci solo di critiche distruttive, sembrano non avere nulla di realmente nuovo da proporre.
                            L’ufficio Stampa del PDCS
San Marino, 16 gennaio 2012

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