Sole 24 Ore, Lo Ior ricorre in Cassazione per il dissequestro dei conti,Domenico Lusi

Sole 24 Ore, Lo Ior ricorre in Cassazione per il dissequestro dei conti,Domenico Lusi

Sole 24 Ore
Lo Ior ricorre in Cassazione per il dissequestro dei conti
Domenico Lusi
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Inchieste. L’obiettivo è liberare i 23 milioni bloccati dalla procura
Lo Ior insiste: vanno dissequestrati i 23 milioni depositati su un conto aperto presso il Credito Artigiano e messi sotto chiave dalla Procura di Roma. Per questo, secondo Radiocor, presenterà un nuovo ricorso, stavolta in Cassazione, contro la decisione con cui il Riesame ha confermato la misura cautelare. L’istanza sarà depositata nei prossimi giorni da Vincenzo Scordamaglia, legale del presidente dello lor, Ettore Gotti Tedeschi, indagato, con il dg Paolo Cipriani, per omesse comunicazioni in violazione della normativa antiriciclaggio. Intanto le indagini vanno avanti. Dai rapporti della Guardia di Finanza risulta che dall’inizio dell’anno, da quando cioè una circolare della Banca d’Italia ha inasprito le verifiche antiriciclaggio nei confronti del Vaticano, lo Ior ha ridotto le movimentazioni di denaro con le banche italiane di circa il 90 per cento. Circostanza confermata da Cipriani nell’interrogatorio dello scorso 30 settembre. Davanti al procuratore aggiunto Nello Rossi e al pm Stefano Fava, il dg ha detto che adesso lo Ior preferisce utilizzare per tali operazioni due istituti di credito di Francoforte, JP Morgan per la liquidità e Deutsche Bankperle rimesse di assegni, dato che le commissioni delle nostre banche sono esose. Nelle 88 pagine del verbale, i pm incalzano Cipriani, domandandogli perché, da gennaio, la farmacia del Vaticano e i Musei Vaticani non depositino più i loro incassi nei conti della Santa Sede presso l’agenzia Unicredit di via della Conciliazione, che fino al 2009 movimentava circa 60 milioni di euro l’anno. ‘Il contante che entra – risponde Cipriani – non è più il contante che entrava una volta, adesso abbiamo adottato il limite di 5.000 euro per i versamenti. Non ne abbiamo di contante da depositare’. Il pm insiste: ‘Ma che cosa è cambiato? Avete chiuso gli esercizi?’. ‘Non ho chiuso nessun esercizio ma, ad esempio, i musei ricevono molti pagamenti per l’ingresso in via informatica. Non c’è più gente che va a versare il contante’ ribatte il banchiere. Al quale i pm contestano anche di avere rilasciato dichiarazioni mendaci. Il 19 novembre 2009 avrebbe comunicato che una quarantina di assegni per 300mila euro provenienti da San Marino incassati sul conto Ior presso UniCredit (risultato intestato a monsignor Emilio Messina, capo dell’Arcidiocesi di Camerino-San Severino Marche) erano stati negoziati da tale Maria Rossi. Che dalla relazione ispettiva dell’Unità informazioni finanziarie (Uif) della Banca d’Italia risulta essere un nome di fantasia. Cipriani ha sostenuto di avere sempre agito in buona fede. Tanto che lo Ior, accortosi delle irregolarità, avrebbe avviato un monitoraggio per capire ‘quante fossero le posizioni rischiose’. Nelle 91 pagine del suo verbale, Gotti Tedeschi ribadisce invece che c’è stata ‘qualche piccola incomprensione’, che appena divenuto presidente ha ‘allacciato contatti con la Banca d’Italia e le istituzioni internazionali per avviare il recepimento della normativa antiriciclaggio’. Procedura che richiede tempi lunghi perché, ricorda il numero uno dello Ior, ‘io sono presidente da dieci mesi e lo sono a tempo parziale’. Quanto alle operazioni incriminate Gotti Tedeschi rinvia a Cipriani: ‘Chiedete a lui’.

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