Lo Stato metterà all’asta molti beni pubblici di Rimini come strade, negozi, scuole, fabbricati, piazze, giardini.
Nell’elenco figurano anche l’intero lungomare (da piazzale Boscovich a Miramare), piazza Gramsci e la scuola Panzini-Borgese.
Per ora lo stadio del baseball e la caserma Giulio Cesare, di proprietà dello stato, non saranno ceduti, per ora, al Comune di Rimini o a privati mediante asta pubblica.
Le dismissioni del patrimonio statale restano una delle 25 misure sopravvissute indicata dal Governo negli ultimi giorni per raddrizzare economia e finanza nazionali.
Il presidente dell’Anci Daniele Manca afferma: “Con la crisi profonda del mercato immobiliare, è difficile valorizzare il patrimonio. I Comuni non possono svendere, non vorrei che tutto ciò servisse per giustificare altri tagli dallo Stato”.
Il taglio riguarderà la cifra che ogni anno il Comune versava a Roma per l’affitto: in poche parole, non sarà più conteggiata.
Un’altra idea è questa: ogni Comune può vendere i suoi beni ai privati, tramite asta, dopo averne indicato la destinazione d’uso dello Stato che giudicherà la congruità della cifra da chiedere.
Rischiano quindi la cessione un tratto della ex ferrovia Rimini-Novafeltria, giardini pubblici, case, molti terreni golenali, il Villaggio del Lavoratore alla Colonnella, un magazzino in via Beltrami, un negozio alle Celle, la scuola materna di via Santa Chiara e l’ex scuola di via Santa Cristina.
Fonte: (corsivo) “Il Resto del Carlino”