Stefano Elli di IlSole24Ore: Carim, l’insider fantasma e il giallo dell’assise revocata. Poi la questione aeroporto

Stefano Elli di IlSole24Ore: Carim, l’insider fantasma e il giallo dell’assise revocata. Poi la questione aeroporto

Il Sole 24 Ore

Credito in crisi. Il commissariamento e le indagini sull’istituto romagnolo

Carim, l’insider fantasma e il giallo dell’assise revocata 

Stefano Elli

L’inchiesta sulla vecchia gestione della Cassa di Risparmio di Rimini si è chiusa. Sotto indagine 26 persone. Tra loro membri del vecchio board dell’istituto di credito e i due commissari di Banca d’Italia nominati dal ministero dell’Economia alla fine di settembre del 2010. Nei giorni precedenti e in quelli successivi al loro insediamento si è registrata, da parte di molti soci dell’istituto, una corsa alla vendita delle loro azioni. Che la banca accettò di riacquistare al prezzo ante svalutazione di 21 euro anziché a quello successivo di 5 euro. La procura, inizialmente, ipotizzò un’operazione di insider trading senza trovare elementi di prova. Il giallo di un’assemblea degli azionisti convocata sulla Gazzetta ufficiale il 7 ottobre del 2014 con all’ordine del giorno l’azione di responsabilità nei confronti del vecchio board e misteriosamente disdetta quattro giorni dopo.

L’inchiesta del Nucleo di polizia Tributaria della Guardia di Finanza riminese e del pm Luca Bertuzzi su 26 ex amministratori e sindaci della locale cassa di risparmio si è chiusa con la notifica agli indagati delle ipotesi di reato. Trattasi di associazione a delinquere finalizzata alle false comunicazioni sociali e indebita restituzione dei conferimenti (articolo 2626 del codice civile). Tra gli indagati l’ex presidente Giuliano Ioni, il vice Gianluca Spigolon, l’ex direttore generale Alberto Martini e il suo vice Claudio Grossi, oltre ai due ex commissari della Carim Riccardo Sora e Piernicola Carollo. Entro venti giorni dalla notifica dell’avviso (415 bis) tutti loro avranno la facoltà di presentare memorie, produrre documenti e chiedere al pm di rilasciare dichiarazioni o di essere interrogati. In quest’ultimo caso il pm deve acconsentire ad ascoltarli.

L’inchiesta appena chiusa è circoscritta a un perimetro temporale limitato: quello immediatamente precedente e successivo alla nomina dei commissari che risale al 29 settembre del 2010. In quei giorni vi sarebbe stata una corsa allo sportello da parte degli azionisti della banca. Non tanto per ritirare i propri risparmi, quanto per chiedere alla banca il riacquisto delle loro azioni. Non già al loro valore reale, già svalutato dopo una lunqa ispezione da parte di Banca d’Italia (5 euro), ma a quello precedente (21 euro). Una sorta di «insider sociale», su cui pure – a quanto risulta al Sole24ore – la procura avrebbe aperto un fascicolo a parte, senza però trovare alcun elemento di prova.

L’inchiesta riminese poi si allaccia a filo doppio con un’altra vicenda: quella dell’aeroporto Federico Fellini, che nelle scorse settimane ha visto un’escalation anche politica con sequestri per 34,5 milioni all’attuale sindaco Andrea Gnassi, l’ex sindaco Alberto Ravaioli, e gli ex presidenti della Provincia Stefano Vitali e Nando Fabbri.

In tutto questo poi spunta un giallo di tutt’altra natura che riguarda invece la nuova gestione della banca. Riguarda un’assemblea dei soci annunciata e mai celebrata. Una vicenda senza dubbio anomala che risale all’ottobre del 2014. Il 7 di quel mese, sul numero 119 della Gazzetta ufficiale, veniva data pubblicità legale alla convocazione dell’assemblea dei soci della Carim per il 23 ottobre. Uno solo punto all’ordine del giorno: l’azione di responsabilità da votare nei confronti dei vecchi amministratori.

Dunque il nuovo board aveva le idee piuttosto chiare sulla possibilità di richiedere agli azionisti di rivalersi civilmente sui vecchi manovratori della banca. Senonché quattro giorni dopo, sempre sulla Gazzetta ufficiale, veniva scandito il più guareschiano dei «Contrordine compagni». Niente più assemblea: «formale revoca del predetto avviso di convocazione» . Chi ha subito preso carta e penna per chiedere ragioni di quel repentino dietro front è stato il Comitato di tutela dei piccoli azionisti, un battagliero agglomerato di soci dissidenti tra cui l’avvocato Davide Lombardi e un Generale della Guardia di Finanza in congedo, Enrico Cecchi. Che cosa sia accaduto in quelle quattro giornate (che ci si immagina piuttosto concitate) non è chiaro. Quello che è chiaro è che nessuna azione di responsabiltà è stata mai votata.

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