Stefano Elli, Sole 24 Ore, la valutazione di Delta da parte di Intesa Sanpaolo

Stefano Elli, Sole 24 Ore, la valutazione di Delta da parte di Intesa Sanpaolo

L’operazione. Venti gli specialisti al Lavoro sulle carte del gruppo

Sole 24 Ore

Delta, gli intrecci e il “lavorone” di Intesa

di Stefano Elli

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Qualcuno già li chiama quelli della «Delta force». Soo i venti specialisti della divisione operazioni strategiche di Intesa Sanpaolo guidata da Giovanni Gilli che stanno esaminando il dossier del gruppo bolognese Delta,controllato dalla Cassa di Risparmio di San Marino.

Si tratta di una due diligence preliminare all’acquisto del gruppo (o di parte di esso) che l’amministratore delegato di Intesa Corrado Passera ha definito ieri un «lavorone». L’operazione dovrebbe portare all’integrazione di almeno quattro aziende attive nel settore del credito al consumo: la Neos (Intesa), Carifin Italia, Plusvalore e Detto Factor. Che si tratti proprio di un «lavorone», appare evidente anche per la mole di criticità che affliggono il gruppo. A cominciare dall’inchiesta della Procura della Repubblica di Forlì (ancora in corso) e che vede il fondatore di Delta: Mario Fantini, agli arresti domiciliari. Nel frattempo il gruppo, dal 9 maggio scorso, continua a essere commissariato su disposizione del ministero dell’Economia e su richiesta di Banca d’Italia.

Ma quali sono le criticità e le problematiche che rendono così complesso il lavoro degli specialisti di Intesa? A spiegarlo è Bruno Inzitari, ordinario di diritto privato alla Statale di Milano, che con Carmelo Lattuca (Banca d’Italia) e Vincenzo Cantarella, è uno dei commissari straordinari nominati dal ministero per dipanare la matassa Delta: «La complessità del lavoro dei tecnici incaricati della due diligence è data dall’intreccio delle molteplici attività del gruppo Delta che ha una propria peculiarità: quella di essere un conglomerato di 25 società controllate al 100% dalla società capogruppo. L’assetto organizzativo scelto dai fondatori del gruppo, dunque, è davvero particolare: non è per divisioni ma per società che operano autonomamente. Questo genera inevitabilmente una forte attività infragruppo con fatturazioni incrociate e partite debitorie e creditorie spesso in compensazione le une con le altre. Solo per comprendere questa complicatissima trama noi stessi Commissari ci abbiamo messo parecchio tempo.

Non dubitiamo dunque – aggiunge Inzitari che difficoltà analoghe possano essere incontrate anche dagli uomini di Intesa». Un altro problema è rappresentato dalle garanzie che la partita richiederà anche in previsione di futuri ostacoli che il gruppo potrà incontrare sotto molteplici punti di vista. A cominciare dai giudizi penali e civili in corso, per continuare con le sempre possibili emersioni di passività che potrebbero sorgere sul fronte delle cartolarizzazioni ancora in corso. La gestione dei crediti sottostanti alle emissioni è stata affidata alle medesime società che li hanno erogati. E questo, in presenza di un commissariamento, potrebbe avere avuto conseguenze di non poco conto sui flussi di rientro.

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