Secondo La Tribuna Sammarinese alla base del blocco
delle operazioni di tramitazione dell’Iccrea che colpisce alcune banche di San Marino, ci potrebbe essere un collegamento ‘logico’ con la sentenza Karnak, ma soprattutto con l’indagine sui rappresentanti della stessa Karnak, condotta in alta Italia.
E’ certo che la decisione di Iccrea sia stata sollecitata anche dall’esito della sentenza del Tribunale di Rimini su Karnak, che prefigura una sorta di stretta finale sul sistema economico sammarinese da parte delle istituzioni italiane che, a differenza di quelle sammarinesi, lavorano in sintonia fra loro.
Sebbene nelle decisioni di Rimini, Iccrea non sia chiamata in ballo, altra cosa accade invece a Verona dove l’inchiesta sugli 812 rappresentanti italiani dell’azienda sammarinese è in pieno svolgimento e uno dei filoni sostanziali dell’indagine risulta essere l’utilizzo delle carte di debito appoggiate su conti bancari sammarinesi. L’accredito delle provvigioni dei rappresentati, secondo gli inquirenti, avveniva infatti direttamente da San Marino su San Marino, presso conti correnti accesi presso istituti di credito della Repubblica.
I rappresentanti, dotati di carte bancomat, potevano prelevare da qualsiasi parte d’Italia i loro compensi in contanti senza dichiarare o sottoscrivere alcun documento e quindi senza dare la possibilità alla vigilanza di sapere chi fossero i reali beneficiari delle operazioni di prelievo e al fisco di capire chi stesse producendo un reddito.
Una situazione non più tollerabile che si riverbera anche in mille altre situazioni analoghe messe in atto negli anni passati, ma da cui non emerge la volontà chiara dello Stato di volersi affrancare. Insomma non è detto che dopo la recrudescenza delle azioni contro ‘l’intollerabile sistema San Marino’ che si è esplicata nelle ultime settimane nelle sedi dei tribunali e nelle decisioni dei partner commerciali più importanti, non siano all’orizzonte nuove sorprese ben più pesanti.
Accadde oggi, pillola di storia sammarinese